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Immigrazione, Giorgia Meloni scrive a Scholz: "Aiuti sul territorio? In Germania"

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Giorgia Meloni non rimane a guardare. Con la Germania che ha ammesso di finanziare le navi per il salvataggio delle persone che dal Nord Africa puntano a raggiungere l’Europa via mare (il tutto mentre Berlino ha negato l’accoglienza dei rifugiati che richiedono asilo, almeno fino a quando l’Italia non tornerà ad applicare il regolamento di Dublino ndr), il premier non cede ai ricatti. E così scrive a Olaf Scholz. A lui, cancelliere tedesco, chiede di "chiarire alla prima occasione utile" il sostegno annunciato dalla Germania alla ong: "Come sai, in queste settimane il governo italiano è impegnato in prima linea nel fare fronte a una pressione migratoria eccezionale. Tale impegno si esprime sia sul fronte interno per dare il massimo sostegno alle regioni italiane più coinvolte, a partire dall’Isola di Lampedusa, sia su quello internazionale, dove abbiamo moltiplicato i contatti, da ultimo a New York, con i partner internazionali e i Paesi di origine e transito nonché con le Istituzioni e gli Stati membri Ue".

Basti pensare alla visita della presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen. Proprio in tale contesto - prosegue il presidente del Consiglio -, "ho appreso con stupore che il tuo governo, in modo non coordinato con il governo italiano, avrebbe deciso di sostenere con fondi rilevanti organizzazioni non governative impegnate nell’accoglienza ai migranti irregolari sul territorio italiano e in salvataggi nel Mare Mediterraneo". Da qui quelli che la leader di Fratelli d'Italia definisce "interrogativi".

"Innanzitutto, per quanto riguarda l’importante e oneroso capitolo dell’assistenza a terra è lecito domandarsi se essa non meriti di essere facilitata in particolare sul territorio tedesco piuttosto che in Italia. Inoltre, è ampiamente noto che la presenza in mare delle imbarcazioni delle Ong ha un effetto diretto di moltiplicazione delle partenze di imbarcazioni precarie che risulta non solo in ulteriore aggravio per l’Italia, ma allo stesso tempo incrementa il rischio di nuove tragedie in mare".

Motivo per cui anche le altre nazioni europee dovrebbero fare la loro parte fornendo "un sostegno concreto all’Italia piuttosto concentrarsi nel costruire soluzioni strutturali al fenomeno migratorio, ad esempio lavorando ad un’iniziativa Ue con i Paesi di transito della sponda sud del Mediterraneo, che peraltro necessiterebbe di risorse inferiori rispetto a quella da tempo in essere con la Turchia". Infine, la conclusione: "Certa della tua comprensione e collaborazione, mi auguro che gli esatti contorni di queste iniziative del tuo governo potranno essere meglio chiariti, e sarò lieta di discutere di persona della questione alla prima occasione utile, a partire dal vertice Cpe e dal Consiglio europeo di Granada il prossimo 5 e 6 ottobre". 

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