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Immigrati, "galera" in mare aperto: le misure estreme del Regno Unito

Carlo Nicolato
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Boris Johnson voleva deportarli in Ruanda, in attesa che ogni singola richiesta d’asilo fosse vagliata, attirandosi ire e critiche dei benpensanti, tra i quali Onu e Ue, e i voti contrari delle corti giuridiche del suo Paese; il suo successore, il moderato Sunak, non ha abbandonato il piano, ma ha escogitato in aggiunta una soluzione a tempo che nelle intenzioni avrebbe dovuto essere meno drastica, ovvero metterli tutti in una sorta di centro di accoglienza galleggiante in mezzo al mare, un enorme chiatta sulla quale è stata costruito un edificio dotato di stanze, uffici, mense, cortili e altre amenità. Insomma niente di diverso da un carcere di alta sicurezza, una sorta di Alcatraz galleggiante che ovviamente ha già provocato le reazioni della sinistra e in questo caso anche delle autorità locali.

 

 

 

La chiatta si chiama Bibby Stockholm ed è già arrivatalo scorso 18 luglio di fronte al porto di Portland, nel sud dell’Inghilterra, dove secondo le intenzioni si fermerà 18 mesi. A dispetto delle sue sembianze non esattamente esaltanti, d’altronde è stata costruita nel lontano 1976, la Bibby Marine Limited, ovvero la compagnia di stanza a Liverpool che l’ha costruita, la presenta come una «soluzione di lusso per progetti in tutto il mondo», dotata di ventilazione naturale, connessione wi-fi, palestra, bar, ristorante e sale giochi. Secondo il sito della compagnia prima di tornare in Inghilterra la Bibby si trovava a Genova, anche se non è chiaro che cosa ci facesse. La trovata di Sunak non è una novità, già gli scozzesi aveva ospitato immigrati ucraini in varie imbarcazioni e la stessa Bibby era già stata utilizzata da tedeschi e olandesi per lo stesso scopo. I Paesi Bassi però l’avevano poi scartata quasi subito trovandola un «ambiente oppressivo» per gli immigrati.

 

 

 

PROTESTE A PORTLAND

Sunak semplicemente riciclato l’imbarcazione facendola ripulire. L'arrivo della Bibby di fronte a Portland ha scatenato però anche le proteste delle autorità locali. Il Dorset Council di Portland ha detto che la decisione è stata presa dai proprietari del porto fregandosene altamente della sua opposizione. Preoccupazioni sono state espresse anche per la capienza dell’imbarcazione che inizialmente sembra essere stata progettata per 250 persone, ma poi si è fatto in modo di raddoppiare gli spazi. Il governo conta di arrivare a 500 immigrati, ma per il momento ne ospiterà 50, attesi per la prossima settimana. Il varo della Bibby è coinciso anche con la fine dell'iter legislativo del contestato Illegal Migration Bill, cioè quel provvedimento pensato dal governo inglese per combattere l'immigrazione irregolare che dispone, tra le altre cose, proprio la deportazione dei richiedenti asilo in Ruanda, e che è già stato criticato dai laburisti, da varie associazioni per i diritti umani e dall’Onu stessa, cioè dall’Agenzia per i rifugiati (UNHCR), che considera tale legge “in contrasto con gli obblighi del Paese ai sensi del diritto internazionale dei diritti umani e dei rifugiati e avrà profonde conseguenze per le persone bisognose di protezione internazionale”.

 

 

 

 

Per il governo inglese l’Illegal Migration Bill è l’unico modo per arginare l’invasione di immigrati irregolari arrivata in questi ultimi mesi a numeri record mai toccati in precedenza, per gli oppositori si tratta di un provvedimento inumano che rischia di mettere a rischio la vita di centinaia di migliaia di immigrati, bambini compresi. In realtà il provvedimento cerca semplicemente di scoraggiare l’immigrazione clandestina stabilendo il principio che chiunque arrivi irregolarmente sul territorio britannico non ha diritto all’asilo. L'anno scorso sono arrivate sulle coste inglesi attraverso la manica oltre 45mila persone, quest’anno si sono già superate le 12 mila unità. In aggiunta l’Illegal Migration Bill non esclude la possibilità che appunto il Ruanda accolga i clandestini arrivati in Gran Bretagna in cambio di 140 milioni di euro. La Corte europea dei diritti dell’uomo aveva dichiarato illegittimo il piano mentre il mese scorso il progetto di legge è stato bocciato pure dalla Corte d’Appello di Londra. I giudici hanno decretato che il Rwanda non è uno stato sicuro per i richiedenti asilo, ribaltando una sentenza dell’Alta Corte del dicembre scorso.

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