Cerca
Cerca
+

Meloni, l'intesa con Tunisi fa impazzire il Pd: il sabotaggio della sinistra

Tommaso Montesano
  • a
  • a
  • a

Il memorandum italo-tunisino sui migranti fa saltare in aria la sinistra. A titolo di esempio, prendiamo le posizioni del governatore della Toscana, Eugenio Giani. Ore 12,37, agenzia Dire: «Tutto ciò che può agevolare l’accoglienza e diminuire il flusso dell’immigrazione è positivo». Ore 18,07, agenzia Ansa: «Nell’accordo con la Tunisia non si menziona la garanzia dei diritti umani di bambini, donne e uomini. Mi appello al governo: i fondi devono essere legati al rispetto dei diritti fondamentali della dignità umana». Così quello che andava bene prima di pranzo, improvvisamente nel tardo pomeriggio diventa qualcosa da qui prendere le distanze e iniziare a sabotare.

C’è da capirlo, Giani: la prima volta ha parlato con la mente sgombra, memore magari di quanto realizzato, nel 2017, dal ministro dell’Interno del suo partito, Marco Minniti, con la Libia. Poi il presidente della Regione Toscana deve aver letto la sfilza di dichiarazioni dell’opposizione contro l’intesa e ha così deciso di correggere il tiro. Del resto più o meno nello stesso momento in cui usciva allo scoperto lo “Giani 2”, la commissaria per i diritti umani del Consiglio d’Europa, Dunja Mijatovic, ha dato “copertura giuridica” alle critiche al memorandum dichiarando che «le tutele di ogni tipo di diritti umani devono essere una parte integrante di ogni attività di cooperazione sulla migrazione tra gli Stati membri del Consiglio d’Europa e i Paesi terzi, Tunisia inclusa».

 

Musica per le orecchie di Pd e M5S, che ora sono all’opposizione e devono sparare sull’accordo siglato domenica (e che ora dovrà essere ratificato da tutti gli Stati membri) da Giorgia Meloni, ieri sera invitata a cena, a Bruxelles, dal segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg. Al centro dell’appuntamento in formato ristretto, il conflitto in Ucraina anche alla luce dello stop della Russia all’accordo sul grano.

 

I deputati dem della commissione Esteri di Montecitorio presentano una risoluzione per chiedere di «inserire, in sede di ratifica, tra le condizioni di attuazione del Memorandum, il ripristino dello stato di diritto, dell’indipendenza della magistratura e della normale dialettica democratica, nonchè l’immediata liberazione di tutti i prigionieri politici, sindacalisti e attivisti della società civile, la garanzia della libertà di stampa e di manifestazione, la cessazione di campagne d’odio nei confronti dei migranti e il rigoroso rispetto dei loro diritti umani e civili riconosciuti dei trattati e nelle convenzioni internazionali». Significherebbe affossare l’accordo, viste le condizioni irricevibili, e provocatorie, per il presidente Kais Saied. A cascata, sono arrivati gi altolà del leader di Più Europa, Riccardo Magi («ancora una volta l’Italia e l’Ue commettono l’errore di pagare un regime, come quello della Tunisia, che non dà alcuna garanzia del rispetto dei diritti umani»), e del M5S, che denuncia come il Memorandum non preveda «nessuna condizionalità legata al rispetto dei diritti umani e dello Stato di diritto. Condizionalità urgentissime». Insomma, per Pd e M5S il patto va riscritto. «Inaccettabile erogare fondi alla Tunisia senza vincolarli al rispetto dei diritti umani», tuona Pina Picierno, vicepresidente del Parlamento Ue. Peccato che Bruxelles stia pensando di replicare con Egitto e Marocco quanto siglato con Tunisi. 

Dai blog