Migranti, Von der Leyen: "Meloni decisiva", l'accordo tra Tunisia e Ue
La Ue batte ancora cassa, ma stavolta c’è di mezzo la gestione dell’immigrazione. A cominciare dal dossier Tunisia sul quale il governo italiano sta spendendo le sue energie cercando, finora con successo, di dare un indirizzo alla politica europea. «Per mantenere la capacità dell’Unione di rispondere alle pressanti sfide della migrazione dobbiamo assicurarci di disporre di finanziamenti sufficienti per un sistema efficace di gestione della migrazione e dell’asilo, ed essere pronti a situazioni impreviste», ha scritto Ursula von Der Leyen in una lettera inviata ai leader Ue in vista del vertice di giovedì e venerdì. La presidente della Commissione ha annunciato che a breve il commissario europeo all’Allargamento, Oliver Varhelyi, «dovrebbe finalizzare un memorandum d’intesa con la Tunisia» che servirà a «dare nuovo vigore alle relazioni» mediante una «partnership complessiva basata su cinque pilastri: assistenza macro-finanziaria non appena le condizioni saranno soddisfatte, rafforzamento dei legami economico-commerciali, cooperazione su energia verde, migrazioni e contatti».
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LE CIFRE
Il ministro degli Esteri Tajani ha confermato, sostenendo che lo stesso Commissario firmerà l’accordo oggi, almeno nella parte che prevede il sostegno contro il traffico di esseri umani. «E speriamo che alla fine possano essere più di 105 milioni», ha aggiunto il ministro riferendosi ovviamente alla richiesta della von der Leyen che peraltro era già inclusa nella proposta di revisione di bilancio da 66 miliardi avanzata nei giorni scorsi. Per la parte che riguarda l’immigrazione la Commissione ha chiesto 15 miliardi, in particolare appunto «per rafforzare i partenariati con i principali Paesi terzi» e anche per combattere il traffico di essere umani. La «cooperazione con partner chiave richiede la mobilitazione di livelli di finanziamento adeguati», ha scritto von der Leyen nella sua lettera datata 25 giugno, e l’accordo con la Tunisia servirà da «modello» per «partenariati simili in futuro». La presidente della Commissione ha citato come momento simbolico «la mia visita a Tunisi, l’11 giugno scorso, con la premier Meloni e il primo ministro Rutte» sottolineandone il valore dell’approccio «da Team Europa», con buona pace di quanti, da sinistra, avevano parlato di fallimento dell’operazione. Il memorandum, annunciato 15 giorni fa al termine dell’incontro sopra citato, prevede un piano di assistenza macro-finanziaria di 900 milioni di euro, di altri 150 milioni «subito» per sostenere il bilancio, nonché 100 milioni di euro per fermare l’attività dei trafficanti di essere umani.
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PRESSIONI
Le prime due voci tuttavia sono legate al raggiungimento tra Tunisi e il Fondo Monetario Internazionale di un accordo sul finanziamento. Sotto questo punto di vista Tajani ha già fatto pressioni affinché la massima organizzazione finanziaria mondiale abbia un approccio «pragmatico» e non «ideologico» ma nell'ultimo incontro tra Saied e la Georgieva non sono stati fatti concreti passi in avanti. Il presidente tunisino ha anzi ribadito che le misure di garanzia richieste dal Fondo per fornire sostegno finanziario al suo Paese sono inaccettabili in quanto pregiudicherebbero la pace civile. Peraltro la situazione nel Paese nordafricano si sta facendo sempre più complicata, anche politicamente. Durante il fine settimana si sono registrate proteste contro l’invasione di immigrati clandestini, in particolare a Sfax, seconda città del Paese e primo centro di approdo e di imbarco per l’Italia degli stessi. Abir Moussi, segretaria generale del Partito dei costituzionalisti liberi (Pdl), formazione della destra laica tunisina e attualmente primo partito nei sondaggi, ha invitato le autorità del Paese ad aprire negoziati con l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati per espellere i migranti irregolari «nell’ambito del processo di reinsediamento nei Paesi in grado di accoglierli secondo gli standard internazionali» e ha chiesto a Saied di rifiutare l’accordo con la Ue.