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Immigrazione, il piano omicida del Pd sugli sbarchi

Pietro Senaldi
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Il vizio sinistro di non lasciare in pace i morti. Che siano rivali politici, come Berlusconi, trasformato in nemico per la semplice colpa di prendere spesso più voti del Pd e dei suoi antenati. O che siano corpi annegati da strumentalizzare e sbattere in faccia al governo, solo se di centrodestra beninteso, come le centinaia di profughi partiti dalla Libia e naufragati a inizio settimana al largo del Peloponneso, Grecia. Storia in pillole dell’immigrazione illegale durante la seconda Repubblica, ipotizzando che quest’ultima coincida con l’avventura politica di Silvio Berlusconi. Si parte dagli albanesi in fuga dal comunismo e speronati dal governo Prodi nel tentativo di fermare in mare il viaggio di profughi richiedenti asilo. Il leader di Forza Italia si precipitò in Puglia e assunse perfino nelle sue aziende una decina di sopravvissuti.

 


FATALITÀ
Molta acqua è passata sotto le zattere del mare da allora. In trent’anni abbiamo avuto decine di migliaia di morti. Quando governava la sinistra, gli annegati erano una tragica fatalità. Quando invece al potere c’era il centrodestra, erano tutti assassinati, dalla legge Bossi-Fini prima, dal piano Mattei per l’Africa della Meloni recentemente. L’approccio dei due schieramenti verso l’esodo biblico è sempre stato antitetico. La sinistra, non potendo concedere la cittadinanza automaticamente a chiunque sbarcasse, posizione minoritaria e insostenibile, ha sempre chiuso un occhio, favorendo l’immigrazione clandestina. Tolleranza disorganizzata, un camuffamento della realtà teso a descrivere come risorse dei disperati senza denaro né competenze, favoreggiamento delle navi delle ong e sfruttamento degli irregolari, accolti in lager gestiti da organizzazioni umanitarie pagate dallo Stato per fornire accoglienza, talvolta anche con profili di criminalità, è stata la ricetta progressista. Il centrodestra ha sempre provato a frenare l’esodo, attraverso accordi dalle alterne fortune con i Paesi di transito e partenza, cercando vanamente di coinvolgere l’Unione Europea e ricorrendo a qualche sanatoria.


Quattro sono i momenti-chiave. Il primo risale alle intese dei governi di Berlusconi con il dittatore Gheddafi: opere pubbliche ed euro in Libia in cambio di un controllo delle partenze. La cecità in politica estera del Nobel Obama, che cavalcò le primavere arabe senza un piano strategico di gestione del cambio d’assetto nel Medio Oriente e nel Nord Africa, regalò, complici i calcoli avidi e sbagliati dei francesi e l’ideologia suicida della nostra sinistra anche quirinalizia, prima all’Isis e poi all’influenza russa e cinese mezzo Mediterraneo. Ripresero le partenze e i naufragi e i subentrati governi di sinistra lanciarono l’operazione Mare Nostrum. L’Italia si impegnò a gestire da sola tutti gli arrivi in cambio di una mancia dalla Ue, fatta di concessione allo sforamento dei parametri comunitari. Ci sentimmo tutti più buoni ma aumentarono sia i morti annegati sia il caos da clandestini, abbandonati allo sbarco e liberi di delinquere nel nostro Paese. E si arriva alla terza fase, quella del ministro dell’Interno del Pd, Marco Minniti, che riprese con successo la via degli accordi in Africa, grazie alle proprie personali relazioni diplomatiche con il mondo musulmano, uniche nel nostro Paese. Naturalmente l’efficacia della sua azione gli costò la carriera politica e un volontario esilio dal Parlamento, ahinoi, e dal Pd, buon per lui.

 

 


SCIACALLAGGIO
La guerra in Ucraina ha cambiato nuovamente il quadro, precipitando ancora più nella miseria l’Africa, ormai totalmente destabilizzata. All’emergenza il governo Meloni sta provando a porre rimedio, coinvolgendo nel salvataggio del Continente nero tutta Europa, come dimostra il recente viaggio della premier a Tunisi con la commissaria von der Leyen, e lanciando un piano economico di aiuti in loco. Poiché il progetto ha qualche, piccola, speranza di riuscire, la sinistra nostrana si sta industriando per sabotarlo. Pertanto, salta su ogni cadavere alla deriva per tornare all’antica fallimentare gestione. L’ultima di giornata è una riedizione del fallimentare Mare Nostrum, stavolta in chiave continentale. Tanto poi se, come la storia insegna, così facendo si moltiplicano le vittime, saranno tutte da mettere in conto al centrodestra che governa. Per la narrazione progressista infatti noi italiani abbiamo la responsabilità automatica di qualsiasi tragedia del mare. È una condanna geografica che dovremmo accettare con fatalismo, perché per il Pd e affini l’immigrazione clandestina non si può gestire né programmare facendola diminuire e diventare regolare. È questo in realtà, la storia insegna, il pensiero killer che provoca molti più morti di qualsiasi giro di vite. 

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