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Piantedosi, schiaffo all'Europa sui migranti: "No, grazie"

Alessandro Gonzato
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L’Italia non ci sta. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi dice “no” alla proposta dell’Unione europea, caldeggiata dalla Svezia a cui spetta la presidenza di turno - di una sorta di risarcimento da 22mila euro per ogni migrante accolto dai Paesi di primo approdo quindi soprattutto il nostro - sistema che legittimerebbe definitivamente gli Stati che non affacciano sul Mediterraneo a voltarsi dall’altra parte. Piantedosi ieri ha parlato al telefono con l’omologo austriaco, Gerhard Karner. Al centro il negoziato sul Patto europeo Asilo e Migrazione, in vista del Consiglio Giustizia e Affari interni in programma giovedì in Lussemburgo.

Nessuna dichiarazione ufficiale da parte dell’ex prefetto di Roma e Bologna, che però è nettamente contrario a qualsiasi rinnovo del meccanismo di ricollocamento volontario dei migranti, considerando che il piano non ha portato alcun risultato. Il meccanismo è stato sottoscritto lo scorso giugno dall’allora ministro dell’Interno Luciana Lamorgese. “Ricollocazione volontaria” non significa nulla, e infatti nei sei mesi successivi i ricollocamenti volontari sono stati appena poche decine a fronte di migliaia di arrivi clandestini.

 

 

Piantedosi, nel tentativo di rallentare l’esodo dal Nordafrica, continua a puntare su iniziative orientate soprattutto al blocco delle partenze e all’aumento dei rimpatri di chi non ha titolo per rimanere in Italia, anche attraverso il rafforzamento in ambito europeo dei rapporti di collaborazione bilaterale. Il 29 e 30 giugno Giorgia Meloni ribadirà la posizione al Consiglio europeo. Dal governo trapela che l’Italia «non accetta mancette». Da Bruxelles rispondono, ma anche in questo caso nessuna dichiarazione pubblica, che i 22mila euro sarebbero «una multa provvisoria» per colpire i Paesi che ancora non vogliono farsi carico dei richiedenti asilo. Anche la Francia è contro la nuova trovata europea, così come per ragioni diverse i Paesi di Visegrád, quindi Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria, i quali hanno già fatto sapere che non scuciranno un euro, e d’altronde la loro chiusura all’accoglienza indiscriminata diventerebbe troppo onerosa. Il sistema propugnato dalla Svezia scatterebbe in caso di emergenza dichiarata dalla Commissione, dunque non sarebbe automatico, e però ad esempio l’Italia lo stato d’emergenza lo ha già dichiarato a livello nazionale, e dunque sarebbe complicato opporsi all’eventuale decisione di Bruxelles.

 

 

La senatrice del Pd Sandra Zampa ha attaccato Piantedosi: «La sua posizione sulla gestione dei flussi migratori è una furbata che non fa l’interesse né dei migranti né dell’Italia. Dire no alla ripartizione europea del numero dei migranti serve sono a non scontrarsi con i Paesi di Visegrád». Forse nel Pd qualcuno non ha capito la questione. Ieri, intanto, è stata un’altra giornata di sbarchi, 32 a Lampedusa, 388 migranti in poche ore. A bordo delle ultime due carrette del mare intercettate dalla Guardia di Finanza c’erano solo tunisini. Nel centro d’accoglienza di Lampedusa sono al lavoro settante operatori, uno per ogni dieci migranti. L’hotspot però potrebbe accoglierne al massimo 380. 

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