Cutro, l'ammiraglio Carlone: "Cosa è successo davvero quella notte"
Ancora in corso le indagini sulla tragedia di Cutro, avvenuta lo scorso 26 febbraio al largo delle coste calabresi. Dopo le accuse contro la Guardia costiera, oggi a difendere l'intero corpo è l'ammiraglio Nicola Carlone, comandante generale del Corpo delle Capitanerie di Porto-Guardia Costiera, che ai microfoni di Skytg24 durante l'evento Live in Napoli ha detto: "Non credo di poter dire che i miei ragazzi quella notte abbiano sbagliato, poi vedremo quello che uscirà dalle inchieste in atto, ma sono sicuro che l'operato di quella notte è stato fatto correttamente".
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Il militare poi ha aggiunto che "il mezzo ha fatto una navigazione che si è messa da sola in pericolo. In quel momento c'erano anche delle unità in mare che potevano assolutamente intervenire e individuare delle situazioni di pericolo". Nessun dubbio, comunque, sul modo in cui hanno operato i suoi uomini: "Se abbiamo la coscienza a posto? Assolutamente sì, in base alle informazioni che avevamo abbiamo fatto quello che si doveva fare". In ogni caso, non è un evento che lascia indifferenti, anzi: "Dovremo probabilmente rifletterci ma siamo sicuri che la magistratura aprirà una luce, darà chiarezza e saremo tutti vicini a capire la verità".
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Carlone ha anche negato che l'atteggiamento della Guardia costiera sia cambiato con il nuovo governo: "La tempistica prevede una responsabilità immediata di chi riceve la chiamata di soccorso. È una responsabilità diretta, non c'è un passaggio ad altri livelli. Un milione e 200mila persone portate a terra non possono aspettare le chiamate a livello più alto. Chi riceve, parte".
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