Guardia Costiera, Ong smascherata: "Mettono a rischio i soccorsi, cos'è successo"
La Guardia Costiera risponde alle accuse infamanti dell'equipaggio della Louis Michel, la nave dell'Ong finanziata da Bansky, che di fatto è stata bloccata in porto. Gli uomini della organizzazione non goverantiva hanno attaccato i nostri militari dopo il fermo della nave, secondo le ultime disposizioni del governo, accusandoli di "restare a guardare durante le operazioni di salvataggio". Come riporta l'Adnkronos, la risposta non si è fatta attendere: "Non osservanza delle disposizioni impartite e un comportamento, «che già di per sé complicava il delicato lavoro di coordinamento dei soccorsi, si sommavano le continue chiamate dei mezzi aerei Ong che hanno sovraccaricato i sistemi di comunicazione del centro nazionale di coordinamento dei soccorsi, sovrapponendosi e duplicando le segnalazioni dei già presenti assetti aerei dello Stato", spiega in una nota la Guardia Costiera.
"L’unità era giunta ieri nel porto dell’isola con a bordo 178 migranti, soccorsi su 4 diverse imbarcazioni (il primo evento avvenuto in aera Sar libica, i successivi 3 in area Sar maltese) - spiega la Guardia Costiera - Il provvedimento è stato emesso a seguito degli accertamenti effettuati da Imrcc Roma - autorità coordinatrice dei soccorsi - in base al dl 1/2023, convertito nella legge 15/2023 e recante disposizioni urgenti in materia di transito e sosta nelle acque territoriali delle navi non governative impegnate nelle operazioni di soccorso in mare". L’unità, nello specifico, dopo aver effettuato il primo intervento di soccorso in acque libiche, come riporta la Guardia Costiera, ha contravvenuto "all’impartita disposizione di raggiungere il porto di Trapani, dirigendo invece su altre tre unità di migranti sulle quali, peraltro, sotto il coordinamento di Imrcc Roma, stavano già dirigendo in soccorso i mezzi della Guardia Costiera italiana. Le disposizioni impartite alla nave Ong, valutate le sue piccole dimensioni, erano altresì tese a evitare che la stessa prendesse a bordo un numero di persone tale da pregiudicare sia la sua sicurezza che quella delle imbarcazioni di migranti a cui avrebbe prestato soccorso". "La non osservanza delle disposizioni, inoltre, ha rallentato il raggiungimento di un porto di sbarco per i migranti salvati nel primo intervento, inizialmente individuato in quello di Trapani dal ministero dell’Interno, inducendo così a ridisegnare la decisione in modo da far convergere l’arrivo della Ong, per motivi di sicurezza e di urgenza, nel porto di Lampedusa, già peraltro sollecitato dai numerosi arrivi di migranti di questi ultimi giorni". Insomma la Lousi Michel avrebbe infranto parecchie regole.
"A tale comportamento che già di per sé complicava il delicato lavoro di coordinamento dei soccorsi, si sommavano le continue chiamate dei mezzi aerei Ong che hanno sovraccaricato i sistemi di comunicazione del centro nazionale di coordinamento dei soccorsi, sovrapponendosi e duplicando le segnalazioni dei già presenti assetti aerei dello Stato", osserva ancora la Guardia Costiera. "Allo stesso modo, l’episodio citato da Ong Ocean Viking e riferito ai presunti spari della guardia costiera libica avvenuto in area Sar ricadente nella responsabilità di un altro centro di coordinamento nazionale, non veniva riportato al Paese di bandiera come sarebbe previsto dalle norme sulla sicurezza della navigazione, bensì al centro di coordinamento italiano, in modo continuativo, finendo anche questo col sovraccaricare l’Imrcc in momenti particolarmente intensivi di soccorsi in atto", conclude la Guardia Costiera.