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Nato, arrivano le navi contro gli scafisti: la stretta anti-Wagner

Tommaso Montesano
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«La Nato non può prendersi il lusso di concentrarsi solo su una sfida. Dobbiamo agire su tutti i problemi allo stesso tempo». E tra questi, attesta Jens Stoltenberg, segretario generale dell’Alleanza atlantica, rientra l’instabilità del Mediterraneo sotto il peso della presenza russa nella Libia orientale. Perché è da lì, come denunciato nei giorni scorsi dal governo italiano, che dall’inizio dell’anno è partito oltre il 30% dei migranti sbarcati in Italia. Difesa e Farnesina hanno puntato il dito sui mercenari russi del gruppo Wagner. Guido Crosetto, numero uno di via XX Settembre, la scorsa settimana ha rivolto un appello a Ue e Nato: «Sarebbe opportuno capissero che anche il fronte meridionale europeo sta diventando ogni giorno più pericoloso».

E adesso da Stoltenberg, a margine della presentazione del rapporto annuale della Nato, arriva un primo riconoscimento delle ragioni italiane: «Assistiamo a un aumento della presenza russa nel Sud e in Africa, non da ultimo con il gruppo Wagner». Così il segretario generale dell’Alleanza ricorda, non a caso, che da molti anni (dal 2016, ndr) la «Nato ha una presenza significativa nel Mediterrano per affrontare l’instabilità e combattere il terrorismo». Si tratta del dispositivo Standing Nato Maritime Group 2, con compiti di pattugliamento e sorveglianza aero-marittima.

 

 

Un accenno significativo, visto che lo stesso Stoltenberg specifica come le navi dell’Alleanza nel mar Egeo siano dispiegate «per agevolare l’applicazione dell’accordo tra la Turchia e l’Unione europea sull’immigrazione illegale». Lo stesso dossier che l’Italia ha messo sul tavolo degli alleati dall’inizio dell’anno, da quando sotto l’influenza dei mercenari al soldo di Mosca il numero dei barconi in partenza dalla Libia orientale è aumentato in maniera esponenziale.

PRESSING ITALIANO - Se si tratta di una vera svolta, bisognerà attendere le conclusioni del Consiglio Ue che si apre domani. Ieri il premier italiano, Giorgia Meloni, in vista del vertice ha avuto colloqui telefonici con il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, con il primo ministro greco, Kyriakos Mitsotakis, e con la presidente della commissione Ue, Ursula von der Leyen. Oggetto delle conversazioni, cui potrebbe seguire quella con il premier ungherese Viktor Orban, la «rapida attuazione delle decisioni del Consiglio Ue di febbraio per una gestione finalmente europea dei flussi migratori», una priorità per l’Italia. Sulla necessità di «agire a livello europeo» con «urgenza, ha fatto sapere Palazzo Chigi, hanno convenuto Meloni e la numero uno della Commissione.

 

A ieri erano oltre 20mila gli arrivi sulle coste italiane, rispetto ai 6.379 sbarcati nello stesso periodo dello scorso anno. Un’impennata che secondo l’esecutivo è causata proprio dall’attività delle unità di Wagner nelle regioni orientali della Libia (Al Jufrah e le città di Al Marj e Sirte). Da questa rotta si muovono soprattutto egiziani, siriani e bengalesi. E a far salire il livello di allerta ha contribuito anche la notizia che il gruppo Wagner recluterà altri circa 30mila nuovi combattenti entro la metà di maggio, come da annuncio del capo, Yevgeny Prigozhin.

Per Stoltenberg, l’azione anti-migranti della Nato deve prevedere anche il supporto ai Paesi- partner e non - africani. Il segretario generale dell’Alleanza ha citato, in particolare, «Mauritania e Tunisia, per aiutarli a costruire le proprie istituzioni di sicurezza sostenendo la stabilizzazione». L’instabilità, come dimostra il caso della Libia, «rappresenta una causa alla radice dell’immigrazione». Non a caso il dipartimento di Stato Usa ha inviato un suo emissario, Barbara Leaf, in missione presso Khalifa Haftar, l’uomo forte della Libia nella regione orientale della Cirenaica. Sul tavolo, proprio l’influenza della Wagner nella zona.

NUOVI ALLARMI - Le cattive condizioni del mare di questi giorni stanno rallentando gli sbarchi sulle coste italiane. Tanto è vero che l’hotspot di Lampedusa si sta svuotando: a fronte di una capienza regolamentare di 400 posti, attualmente sono ospitati 260 migranti. Ma presto potrebbe esserci una nuova emergenza. Ieri mattina Alarm Phone ha segnalato che da due giorni «non si hanno notizie della sorte di due barche con a bordo 38 migranti ciascuna, partite giovedì scorso da Sfax». L’Ong afferma di aver informato della situazione l’Italia, Malta e la Tunisia: «Siamo molto preoccupati e sollecitiamo le autorità ad agire imediatamente». A proposito di interventi: in audizione al Parlamento Ue, il direttore esecutivo di Frontex, Hans Leijtens, ha scaricato la tragedia di Cutro sull’Italia: «La decisione se fare intervenire la Guardia di Finanza o istituire un’operazione di ricerca e soccorso spettava a loro».

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