Ong, "tracking delle navi": come scatta l'invasione dell'Italia
Le Ong sono ancora il maggior richiamo per l'immigrazione clandestina verso l'Italia che si declina con i trasbordi a bordo delle navi umanitarie. Il nuovo decreto flussi varato dal governo di fatto sta dando i suoi frutti. L'operatività delle Ong al centro delle autostrade del mare che portano verso l'Italia è calato. Ma in realtà dopo Cutro, le organizzazioni non governative usano Alarm Phone per mettere pressione sulla Guardia Costiera italiana e soprattutto sul centro di coordinamento di Roma. Ad ogni partenza, anche fuori dalle acque territoriali italiane, di fatto arriva un messaggio chiaro alla sal operativa di Roma da parte di Alarm Phone che chiede un pronto intervento. Poi regolarmente arrivano le accuse sull'Italia nel caso in cui, ribadiamo, fuori dalle acque territoriali, un barcone in difficoltà viene soccorso dalla Guardia Costiera libica.
Ma a quanto pare, come riporta ilGiornale.it, ci sarebbe un filo rosso, qualora ci fosse ancora la necessità di dimostrarlo, che unisce proprio le Ong e le partenze. Sui gruppi social dove si discute di viaggi della speranza verso l'Italia, emerge la presenza di app e di sistemi di tracking navale che monitorano la presenza di navi Ong nel tratto di mare percorso dai barconi. I migranti e gli scafisti dunque monitorano la presenza delle navi umanitarie durante la traversata per poi chiedere l'intervento.
E in questi giorni la presenza delle navi è nettamente diminuita anche grazie al decreto varato dal governo. E così sui social si scatena la rabbia verso gli scafisti: "Allah li punirà", scrive qualcuno commentando le partenze con l'assenza della navi Ong in mare. Tutti segnali questi che testimoniano una sola cosa: i migranti e soprattutto gli scafisti sanno bene che le partenze verso l'Italia passano inevitabilmente anche dalla mappatura delle navi Ong presenti nel Mediterraneo.