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Pd, tutta l'ipocrisia dei "compagni" sui morti in mare

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Iuri Maria Prado
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Per sé stessa sarebbe anche meritoria tutta questa attenzione ai movimenti delle tinozze piene di disperati che punteggiano il Mediterraneo. È un po’ meno meritoria se si eccita in modo particolare da qualche mese a questa parte: pressappoco, e vedi tu la combinazione, dal 25 settembre dell’anno scorso. Ed è molto meno meritoria se non si rivolge genuinamente ai migranti in difficoltà, ma capziosamente ai migranti ammazzati dalla destra.


 

Le perlustrazioni del giornalismo democratico e lo sguardo guercio della politica progressista che vantava il calo degli sbarchi sottacendo la modalità prescelta per ottenerlo, cioè il finanziamento dei lager libici, non indugiano nella ricerca di gente da salvare: ma nella scoperta di cadaveri da addebitare alle responsabilità altrui. Non lo vede soltanto un cieco. L’indignazione di questi giorni non è mossa da trasalimento umanitario, ma dall’ipocrita curatela del migrante ucciso durante la recessione dell’antifascismo.

 

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