Cutro, il video definitivo di Frontex che scagiona il governo Meloni
Nella vicenda del naufragio di Cutro spunta un video che scagiona il governo e sbugiarda chi da giorni grida alla “strage di Stato”. Il filmato, a quanto si apprende, è stato girato dall’aereo Eagle 1 di Frontex nella sera di sabato 25 febbraio e riprende il caicco che viaggiava in buono stato di galleggiabilità nel mar Jonio. Dal video, che dura diversi minuti, emergono diversi elementi. Intanto che l’aereo ha compiuto diversi passaggi sopra il barcone; poi che lo stesso stava navigando senza apparenti criticità e non si notava la presenza di migranti a bordo. Tutti elementi che sono stati condivisi con tutti i soggetti coinvolti nelle eventuali operazioni di soccorso e che, in quel momento, non davano evidenze di un’imbarcazione carica di migranti.
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Insomma le immagini girate da Frontex si sposano alla perfezione con la versione data dal governo, dalla Guardia costiera e dalla Guardia di Finanza, che subito dopo la tragedia avevano parlato di prime segnalazioni - fatte da Frontex che non avevano dato sentore dell’imminente tragedia. E sbugiardano per l’ennesima volta le polemiche che, in maniera strumentale, alimentano da giorni il dibattito politico. Ovviamente questo video finirà tra gli elementi dell’inchiesta che dovrà accertare eventuali ritardi o responsabilità nelle operazioni di soccorso.
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SOCCORSO CONTINUO
A smentire le ricostruzioni - tutte spostate a sinistra - di un governo tiepido nel soccorrere i migranti in difficoltà nei nostri mari, è stata la giornata di venerdì che ha visto impegnate nelle operazioni di soccorso cinque motovedette, tre navi e un elicottero della Guardia costiera e una nave della Marina militare, che hanno soccorso tre barconi sovraccarichi nel mar Jonio con a bordo oltre 1.300 persone. Sempre venerdì la nave Diciotti della Guardia costiera- che già trasportava 180 persone - ha soccorso oltre 480 migranti che arriveranno questa mattina a Reggio Calabria. Sono due le rotte che in queste ore preoccupano il Viminale. C’è quella del Mediterraneo centrale, tra Libia e Tunisia, che è quotidianamente attraversata da decine di barchini. Tra questi venerdì ne è stato soccorso uno - prima da un peschereccio tunisino e poi dalla Guardia costiera italiana- con a bordo 42 persone. L’altra rotta tenuta sotto controllo è quella che parte dalla Turchia. La stessa seguita dall’imbarcazione naufragata a Cutro.
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Proprio quella che venerdì ha visto il soccorso dei tre barconi carichi di passeggeri. Quello delle rotte della disperazione è un tema tenuto in grande attenzione dal ministro dell’Interno Matteo Piantesosi. Dopo le visite in Tunisia, Libia e Turchia, il titolare del Viminale ha in programma nelle prossime settimane viaggi anche in Costa d’Avorio (da dove arriva la maggioranza dei profughi) ed Egitto, al fine di sensibilizzare i due Paesi a contrastare le partenze.
SICUREZZA
La giornata di venerdì è stata importante anche sul fronte politico. Complice l’intesa sul decreto legge che stringe le maglie verso gli scafisti, c’è stata una schiarita tra Matteo Salvini e Giorgia Meloni. A sancire la pace è stato il deputato del Carroccio Igor Iezzi, che si è detto pronto a ritirare la proposta di legge presentata in Commissione Affari Costituzionali alla Camera sulla stretta dei permessi, che puntava alla reintroduzione dei vecchi “decreti sicurezza” voluti da Salvini quando era ministro dell’Interno del governo gialloverde. La stretta sulla protezione speciale, però, è stata inserita in parte nel decreto immigrazione approvato dal Cdm a Cutro. E allora ecco che «quello che volevamo è che si discutesse questo tema - ha spiegato Iezzi. Siamo contentissimi. Evidentemente insistere, serve...». La pace fatta è stata certificata anche dalle parole che i leader di Fratelli d’Italia e Lega hanno affidato ai social. Per Meloni «il decreto legge approvato in Cdm ribadisce la nostra determinazione nello sconfiggere i trafficanti di esseri umani, combattere l’immigrazione illegale e fermare le morti in mare». Salvini, dopo aver elencato i punti salienti del decreto, chiosa: «Avanti col buonsenso e il lavoro di squadra, per salvare vite umane e tutelare la sicurezza del nostro Paese».