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Cutro, l'aereo Frontex in volo soltanto 6 minuti: un tassello decisivo?

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Il rimpallo di responsabilità tra Frontex e governo italiano continua, al centro la terrificante strage di Cutro, costata la vita a 67 migranti. E Frontex rigetta le responsabilità nel campo della Guardia costiera italiana. Ma nel farlo ricostruisce quanto avvenuto poco prima della tragedia. Ed emergono particolari di non poco conto.

"Nelle ultime ore di sabato un aereo di Frontex nell'ambito dell'operazione congiunta Themis ha avvistato un'imbarcazione diretta verso la costa italiana. Una persona era visibile sul ponte - fanno sapere da Varsavia, sede dell'organismo -. La barca navigava da sola e non c'erano segni di pericolo. Tuttavia le termocamere hanno rivelato una significativa risposta termica dai portelli aperti a prua e altri segni" che indicavano la probabile presenza di persone a bordo.

 

E ancora fanno sapere che "il nostro aereo ha continuato a monitorare l'area fino a quando non è dovuto rientrare alla base per mancanza di carburante". Bene, ed è qui che sembra cascare l'asino: perché tra l'individuazione della nave e il rientro alla base del velivolo Beechcraft sono passati appena sei minuti. Il rientro avviene alle 22.32. Tempistiche che difficilmente fanno pensare ad un'emergenza o a un'ispezione approfondita. Ma Frontex, sulla base di queste considerazioni, aggiunge: "Si pregadi rivolgere tutte le domande relative all'operazione alle autorità italiani competenti".

Insomma, Frontex si difende, ma i dubbi sull'agenzia e su come abbia operato si fanno sempre più corposi, così come avvenuto in passato. Anche perché nella comunicazione fornita alla Guardia Costiera dopo quei miseri sei minuti di volo, parlava di "buona galleggiabilità" dell'imbarcazione. E tutto sembra tranne che un allarme.

 

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