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Strage a Crotone, scafisti e buonisti: la colpa è di chi illude i disperati
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Sessanta, settanta, forse alla fine saranno ottanta le vittime dell’ennesima tragedia del mare che ha visto affondare a pochi metri dalla costa calabra un barcone carico di immigrati, molte le donne e i bambini. Gli avvoltoi della politica stanno già girando in cerchio sopra il governo, dimentichi delle tragedie simili - alcune delle quali con bilanci ancora più gravi - che negli anni sono avvenute sotto il loro comando. Non c’è stata nessuna omissione di soccorso, nessun ritardo. È che lo scafo di un grande caicco, lungo neppure venti metri, partito dalle coste turche, si è squarciato probabilmente su una secca con oltre duecento persone a bordo a un passo dalla salvezza e con il mare in burrasca.
Questa tragedia dimostra che attraversare il Mediterraneo, per di più in questa stagione, è pura follia, qualche cosa che ha a che fare più con la roulette russa che con i diritti dell’uomo. Chi organizza questi viaggi suicidi è un criminale, chi sostiene il contrario ne è complice. Che al governo ci sia Giorgia Meloni o il leader della sinistra non si mettono bambini e neonati su una barca, sgangherata, peraltro non sapendo neppure nuotare, sperando nella fortuna. No, quei bambini morti annegati sulle coste calabresi stanno sulla coscienza, che evidentemente non hanno, degli scafisti e per nessun motivo al mondo noi dobbiamo sentirci in colpa. L’unica che abbiamo, di colpa, è semmai di non essere riusciti- complice il disinteresse dell’Europa- a bloccare le partenze e, non noi bensì la sinistra, di aver illuso questi disgraziati che imbarcarsi era per loro cosa buona e giusta, un diritto.
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Sono morti a migliaia sotto i loro governi “buonisti”, sono morti ieri e purtroppo moriranno anche domani perché ad andare in mare in quelle condizioni si muore, non è un fatto politico ma metereologico. In queste settimane la macchina dei soccorsi italiani nel Mediterraneo guidata dal ministro Piantedosi, di immigrati in difficoltà ne ha salvati a centinaia. Ieri un criminale trafficante di uomini alla guida di un caiacco ha pensato, probabilmente per evitare l’arresto, di farcela da solo. È finita con una strage. L’ennesima strage degli scafisti, non certo degli italiani.
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