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Ong, dopo il blocco del governo scatta la rivolta: "Ecco cosa accadrà"
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Con il via libera del Consiglio dei ministri al decreto Sicurezza, le ong iniziano a farsi sentire. Questo, se la prende la Sea Watch, "non è altro che l’ennesimo tentativo di ostacolare e criminalizzare le attività delle navi della società civile. Nessun governo può impedire a una nave di sottrarsi all’obbligo di soccorso e nessuna nave si rifiuterà di accogliere chi chiede aiuto nel Mediterraneo centrale. Rispetteremo il diritto internazionale, come abbiamo sempre fatto".
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A far eco all'organizzazione tedesca anche Riccardo Gatti, responsabile soccorsi di Medici senza frontiere (Msf). Gatti, presente nel Mediterraneo con la sua Geo Barents, attacca il governo, reo di "ostacolare i soccorsi delle navi umanitarie fino a renderli inefficaci o insostenibili". Per lui infatti "queste nuove norme non risolvono il vero problema: le persone che muoiono in mare perché mancano i soccorsi".
Addirittura il volontario pretende di scegliere il porto sicuro: "Lasciare scoperta la zona dei soccorsi e assegnare porti sicuri lontanissimi va a discapito della protezione della vita, aumenta il rischio di altre morti in mare, aumenta di quattro volte le spese per gli spostamenti e allontana testimoni scomodi: quando le navi delle Ong non sono presenti sembra che non succeda niente e invece continuano ad avvenire naufragi con morti e dispersi e respingimenti in Libia. Le navi della società civile inoltre sono dei presidi temporanei e per quanto ben attrezzate non sono adatte ad avere persone a bordo per lunghi periodi".
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Finita qui? Neanche per sogno, visto che ci si mette anche Emergency. "Il 2022 - denuncia - si chiude con delle cifre drammatiche: quasi 1.400 persone hanno perso la vita nel Mediterraneo centrale solo quest’anno. Di fronte a questi numeri terribili, le disposizioni contenute nel Decreto sono inaccettabili perché - imponendo alle navi umanitarie di portare immediatamente a terra i naufraghi - di fatto riducono le possibilità di fare ulteriori salvataggi dopo il primo soccorso. Le conseguenze di questo provvedimento saranno l’aumento dei morti in mare e dei respingimenti verso la Libia ad opera della Guardia Costiera libica". Peccato però che le cifre parlino chiaro: con la linea di Matteo Salvini al Viminale, in passato si registrarono meno morti in mare.
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