Immigrazione, piano-Africa: la mossa del governo contro gli sbarchi
Sostegno all'Ucraina, critiche all'Ue per il tetto al prezzo del gas (che non arriva), conferma della linea sull'immigrazione (che non è cambiata), innalzamento del tetto al contante e Pos rifiutabile per le transazioni di basso valore. Ancora: stop al disfattismo, alle accuse di sovranismo e alle altre critiche che sono tornate indietro «come boomerang».
Montecitorio: sono le 9.30 e Giorgia Meloni ancora non si vede. È attesa per le dichiarazioni in vista della sua partecipazione al Consiglio europeo, il primo a cui siederà in rappresentanza del governo italiano. Ma la presidente del Consiglio è rimasta imbottigliata sulla Cristoforo Colombo e tarda ad arrivare. Cosa che fa arrabbiare Roberto Giachetti: «La seduta è stata rinviata di venti minuti senza motivazione. Come se fossimo camerieri», dice il deputato del Terzo polo prendendo la parola. «Mi scuso», replica Meloni, «ho trovato traffico, ma non è colpa di Gualtieri...». Più che il sindaco di Roma, c'entra la pioggia.
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BASTA DISFATTISMO - Poi il premier entra nel vivo del suo intervento. I primi approcci all'estero del nuovo esecutivo hanno provato che «non era difficile dimostrare quanto fosse lontana la realtà dal disfattismo». E dai pregiudizi verso la maggioranza che ha vinto le elezioni del 25 settembre. Anzitutto Palazzo Chigi ha ribadito la linea atlantica confermando il sostegno incondizionato all'Ucraina: «Appoggio pieno a Kiev, il conflitto ci riguarda tutti». Al di là della «facile propaganda sulla pace», l'Italia continuerà a contribuire sul piano militare con i suoi aiuti. Non si deve consentire che «Putin utilizzi la carenza di cibo come arma contro l'Europa, come già sta facendo con il gas e il petrolio».
Capitolo Europa: l'obiettivo è avere più peso, «far sentire la propria voce», incidere nelle decisioni di Bruxelles e non subirle, come «si conviene a una grande nazione fondatrice». Per esempio, sul tema energia il governo italiano non è affatto soddisfatto del lavoro fatto fin qui: «La proposta della Commissione europea sul tetto dinamico al prezzo del gas è insoddisfacente, perché inattuabile alle condizioni date, per noi è fondamentale porre argine alla speculazione». La posta in gioco per l'Europa sull'energia «è molto alta, deve proteggere le sue famiglie e le sue imprese». Dobbiamo evitare «una Ue a due velocità» dove «prevalgono logiche unilaterali con Paesi che possono essere lasciati indietro». È evidente a tutti, prosegue Meloni, «come un meccanismo nel quale all'interno dell'Unione si può dare un grado diverso di tutela alle imprese, da nazione a nazione, produrrebbe una distorsione del mercato unico che non penalizzerebbe solo l'Italia, ma l'intera Europa». Per questo è ormai la maggioranza degli Stati membri a chiedere «l'introduzione di un tetto dinamico al prezzo del gas e dell'energia». Andare in ordine sparso di fronte a questa sfida epocale, pensando che «chi è più forte economicamente possa salvarsi se necessario a scapito degli altri», non solo sarebbe «un'illusione», ma tradirebbe «la realtà di un'Europa molto diversa da quella che è stata decantata in questi anni».
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CERNIERA ENERGETICA - L'Italia si candida a essere «cerniera» tra il Mediterraneo e l'Unione. L'obiettivo è fare del nostro paese uno «snodo energetico che colleghi trami te gasdotti la sponda Sud del Mediterraneo con il resto d'Europa». E in questa prospettiva lavoriamo per fare dell'Italia la nazione promotrice di un piano Mattei per l'Africa». Meloni puntualizza che l'Italia punta ad «un modello virtuoso e di crescita tra l'Unione europea e i Paesi afri cani». Tanto più che neppure ieri è stato trovato un accordo al Consiglio straordinario dell'energia per fissare il price cup sul gas.
Tema immigrazione. La linea del governo non cambia, precisa la premier, anche se negli ultimi giorni sono stati garantiti "porti sicuri" alle navi delle Ong. «Con oltre 94mila arrivi l'Italia sta sostenendo l'onere maggiore per la protezione delle frontiere esterne dell'Unione di fronte al traffico degli esseri umani. Non vogliamo fingere che vada bene così». Nelle prossime ore arriverà la valutazione della Commissione europea sulla manovra.
Meloni difende le misure più criticate: la tregua fiscale («Non è un condono»), il tetto al contante e l'obbligo di accettare i pagamenti elettronici: «Scelte che il governo rivendica» e che si configurano come un «sostegno all'economia reale». Le parole di Meloni, quelle sull'Ucraina, attirano le critiche di Giuseppe Conte. L'Italia, secondo il leader grillino, è succube degli Stati Uniti: «C'è una totale acquiescenza a Washington».