Piantedosi, ecco il piano-bomba dell'Italia contro le ong
Altro che la disumanità su cui frignano francesi e soci. Ma quale isolamento. Quelle sono chiacchiere buone per i gonzi che si dilettano su Repubblica, modello Francesco Merlo. Al Viminale si sta lavorando a far rispettare (finalmente) la Nazione dopo il buio Lamorgese. Con un imperativo che il ministro Matteo Piantedosi non smette di ricordare in ogni sua riunione. «Fermiamo gli sbarchi, ed è meglio anche per i migranti». È l'agenda Piantedosi. Anche costruendo alleanze con chi sconta sulla propria pelle l'assedio alle coste. Ricordate giorni fa l'appello del Papa all'Europa e a non lasciare da sole sui ricollocamenti di immigrati Italia, Cipro, Malta, Grecia? Ebbene, i responsabili Interni dei quattro paesi ieri lo hanno detto - insieme - a chiare lettere: «Il numero di impegni di relocation assunti dagli Stati membri partecipanti rappresenta solamente una frazione molto esigua del numero effettivo di arrivi irregolari che abbiamo ricevuto finora nel corso di questo anno».
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Tutto ciò «è increscioso e deludente», hanno aggiunto, «soprattutto in questo momento in cui i nostri paesi devono affrontare sempre più frequentemente una pressione migratoria che sta mettendo a dura prova il nostro sistema di asilo e di accoglienza». In pratica, non è possibile che i loro siano gli «unici punti di sbarco», che la Ue non voglia discuterne seriamente, e che le Ong decidano da sole e «senza essere in linea con il diritto internazionale».
IL MANTRA
Piantedosi lo dice in tutti gli incontri che sta tenendo al Viminale: «Nel nostro Paese si entrerà solo legalmente. Occorre bloccare le partenze irregolari. Per questo si deve investire sui Paesi del Nord Africa, stroncare il business degli scafisti, rafforzare i canali legali di ingresso anche ai fini di favorire l'integrazione dei migranti nel tessuto sociale e produttivo.
Gli arrivi incontrollati generano invece sentimenti di insicurezza, alimentano marginalità sociali e fenomeni criminali». E il ministro si spinge avanti anche sulla inevitabile saldezza dei rapporti con la Francia: «Le relazioni con Parigi non subiranno alcun cambiamento o rottura. Sono tanti, infatti, i dossier su cui sussistono da sempre interessi comuni e i rapporti tra le strutture dei ministeri dell'Interno sono consolidati ed estremamente proficui. E questo avviene in particolare sul versante di una forte cooperazione di polizia in tema di lotta al terrorismo e alla criminalità organizzata, che più volte, anche in un recente passato, ha consentito di conseguire importanti successi. Del resto, l'infrangibilità dei rapporti tra Italia e Francia è dimostrata dal superamento di altre crisi ben peggiori verificatesi nel recente passato. Ad esempio, nella scorsa legislatura, quando ci fu lo storico richiamo dell'ambasciatore francese in Italia».
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RITRATTO BUGIARDO
Proprio per questo è deludente e amaro il ritratto, irrispettoso e bugiardo, che Merlo ha dedicato al ministro sul quotidiano di Maurizio Molinari. Perché fondato su argomenti fasulli. Mentre Piantedosi lavora alacremente alla risoluzione di un problema lasciato incancrenire negli ultimi tre anni, arrivano attacchi insensati che servono solo a indebolire l'azione dell'Italia oltreconfine. Per denigrarlo, si è arrivati a scrivere che fu lui il prefetto di Bologna che negò la scorta a Enzo Biagi. Balla colossale. Anzi, è agli atti che fece di tutto per fargli avere più vigilanza e non meno. Merlo è arrivato a indicare anche l'università frequentata dalle figlie del ministro dell'Interno: un atto grave e ci si chiede ancora perché. Lo si faceva negli anni '70, ma non sui quotidiani, bensì sugli opuscoli dei gruppi armati sovversivi.
Il tutto mischiato con una serie di errori che denotano una scarsa capacità di analisi. Si mette in mezzo persino una piccola e dignitosa realtà della provincia avellinese dove Piantedosi si è recato un paio di volte nella sua vita. È l'affresco che si dipinge per indicare una vita vissuta nel buio della provincia come a dire che ne sa costui del Viminale... Ma non ne adonti, il ministro, si tratta dello stesso Merlo che attaccò brutalmente la Cancellieri per la vicenda Ligresti salvo poi, dopo l'assoluzione della ex Ministra, doversi scusare.
URGONO VERIFICHE
Farebbero meglio, a Repubblica, a verificare la realtà che il governo appena nato si trova a fronteggiare, anziché acconciarsi a "colorare" le attività degli uomini preposti alla tutela della nostra sicurezza, a partire da chi sta al vertice della catena di comando. Da gennaio a oggi le manifestazioni di protesta sono state 10.284, di cui 5.381 su tematiche politiche e sindacali e 148 connesse all'immigrazione. Quelle con criticità sono state 303. Gli arrestati sono stati 16 e i denunciati 1.656. I feriti sono stati 159, di cui 55 civili e 104 rappresentanti delle forze di polizia. Ma si preferisce insolentire piuttosto che incoraggiare chi combatte la delinquenza. È il contrario di quello che serve all'Italia.