Ong, Giulia Bongiorno le massacra con una frase: "Far West"
Giulia Bongiorno, ex ministro della Pubblica amministrazione e ora presidente della commissione Giustizia al Senato, sostiene che "si può trovare l'equilibrio tra fermezza e garantismo. Non si può condannare sommariamente una persona, ma non si può nemmeno continuare con il Far West" inteso come "la sistematica violazione delle regole e l'assuefazione all'illegalità. Questo vale per molti settori. Anche per l'immigrazione", dice in una intervista a Il Corriere della Sera.
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Rispetto alla crisi diplomatica che si è aperta con la Francia sugli sbarchi delle navi Ong, prosegue la Bongiorno", si tratta di "una dialettica franca tra due Paesi alleati. Ma alcuni punti vanno fissati". Per esempio, "l'idea che l'Italia sia fuori dalle regole e che le Ong abbiano sempre ragione perché seguirebbero l'interesse dei migranti è sbagliata". Secondo l'ex ministro "bisogna tracciare un confine netto tra il soccorso ai migranti e la tratta di esseri umani. Le Ong hanno il dovere di cooperare con le autorità nazionali competenti, informando tempestivamente lo Stato Sar (l'area di mare di ricerca e salvataggio, ndr ) di riferimento e quello di bandiera, nel rispetto delle direttive impartite. Quando invece agiscono in autonomia, senza coordinamento, potrebbero celare legami con trafficanti e perciò concorrere nella commissione di reati che non possono più rimanere impuniti".
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La Bongiorno, ora che è presidente della Commissione Giustizia continuerà a difendere Matteo Salvini nei processi sugli sbarchi: "Con questo incarico non c'è incompatibilità", sottolinea. "I processi vanno avanti da anni, a Catania c'è stato il non luogo a procedere, in altre procure l'archiviazione, a Palermo è in dibattimento. Differente interpretazione di eventi analoghi. Difformità che andrebbe risolta a livello normativo nazionale e internazionale. Non si può lasciare ai magistrati la responsabilità di affrontare anche questo problema".