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Migranti e Ong? L'unica soluzione è il blocco navale: parla l'ammiraglio

venerdì 11 novembre 2022

3' di lettura

Le recenti vicende degli sbarchi continui e diuturni nel sud dell'Italia, il caos creato dalle navi Ong a Catania, la frammentazione delle politiche migratorie a livello delle singole nazioni europee impongono riflessioni serie e decisive. Partiamo da una certezza oramai assodata: ciò che favorisce la schiavitù moderna in Europa è la tratta degli esseri umani con il corollario del mercato dell'immigrazione illegale. Quest' ultima fa dell'individuo che sbarca sulle coste europee un essere invisibile, non tutelato e con aiuti umanitari non sufficienti per assicurare una vita normale. È facile finire nel circuito dello spaccio della droga e della prostituzione, diventare schiavo per debito, lavoratore forzato nei campi agricoli, servo nel mondo domestico, accattone nelle città se non coinvolto negli ambienti islamici più radicalizzati, pedina di Al-Qaeda.

Impressionanti sono i dati statistici di minorenni sbarcati in Italia, scomparsi e poi ritrovati nell'efferato circuito della prostituzione minorile e del commercio clandestino di organi. Fattori di spinta collegati con il concetto neoliberista dell'economia favoriscono la sostituzione delle delocalizzazioni del lavoro con la migrazione di massa per giungere all'azzeramento delle distanze tra la manodopera a basso costo e i mercati opulenti del consumismo occidentale.

Occorre sforzarsi a trovare soluzioni - ancorché complesse - che aiutino a stroncare il mercato degli esseri umani e ad azzerare la schiavitù in Europa. È essenziale sostenere una comunanza sinergica tra gli Stati di origine e quelli di impiego per una migrazione controllata che ponga fine a tale mercimonio. L'Unione europea deve comprendere che la "politica dello struzzo" non è vincente, pena l'aumento del flusso migratorio illegale in tutta Europa.

GESTIRE FUORI DALL'EUROPA
L'Ue deve finanziare e gestire gli Hot-spot fuori dall'Europa perla concessione dei visti di soggiorno e firma di contratti di lavoro ai migranti, fornendo corsi di formazione in loco per i futuri lavoratori in Europa. L'Ue sostenga da un lato una migrazione legale, ordinata e controllata, collegata a contratti di lavoro; dall'altra parte assuma coscienza del pericolo della migrazione illegale propedeutica alle forme di schiavitù più ignominiose ed inaccettabili. L'Ue non può più esimersi dall'applicare l'opzione della cosiddetta "strategia diretta", di delineare la gestione della crisi migratoria, le risorse da dedicare, gli obiettivi nonché i ruoli degli Stati membri. I Decreti sicurezza saranno utili per interdire l'ingresso nelle acque territoriali alle navi Ong ritenute responsabili di facilitare - con il loro fattore attrattivo - il mercato illecito di migranti, ma non saranno sufficienti.

Non si può attendere che il problema si presenti davanti alle acque territoriali, lasciando incrementare le morti in mare, ma occorre giocoforza attivare - in parallelo - un'interdizione navale rivolta alle sole navi o galleggianti che operano nella tratta di esseri umani e nel mercato della migrazione illegale.

Come già attuato con l'operazione Atalanta dell'Ue in Somalia, concordata con gli Stati di transito essa è una misura selettiva che, pur non essendo un blocco navale indiscriminato di chiusura dei porti né un embargo esteso, riduce il fenomeno del flusso migratorio clandestino nonché il dilagare di Al-Qaeda. È da quest' inferno che il "blocco navale" li vuole salvare. Perché una vita migliore i cosiddetti migranti economici la possono ottenere solo impegnandosi, liberi e non schiavi, nello sviluppo del loro Paese d'origine, spesso ricco di risorse naturali, nella lotta contro il saccheggio delle multinazionali che lo riduce perpetuamente povero. Il progetto dell'"Africa per l'Africa" di Enrico Mattei deve essere la nostra visione, il nostro sogno da realizzare.

di Nicola De Felice
(*) ammiraglio di divisione.

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