Luca Casarini, immigrati e champagne: la vergogna, come torna in mare
Eccola, la nave dei centri sociali. È pronta a ripartire per scaricare in Italia ancora migranti. Mancava lei all'appello, la Mare Jonio, scafo lungo 37 metri e largo 9 della Ong Mediterranea Saving Humans. Nome inglese ma bandiera italiana. Nel 2019, a caccia di extracomunitari da caricare nel Mediterraneo, aveva sfidato apertamente l'allora ministro dell'Interno Matteo Salvini. Avanti e indietro dalle coste libiche ai nostri porti. A settembre era stata sequestrata dalle autorità italiane. Erano spuntate intercettazioni in cui durante il recupero degli stranieri, intrecciato con incontri con armatori danesi, si parlava di brindisi a base di champagne. Questioni di soldi, pareva. Era scattata un'inchiesta per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e rifiuto di fermare lo scafo. Dopo due anni l'archiviazione, ma resta lo champagne. Comunque: la Mare Jonio è la nave dei centri sociali perché il capomissione è Luca Casarini, 52 anni spesi in gran parte in atti di disobbedienza, denunce, casini al G8 di Genova e vani tentativi di farsi eleggere in Italia e in Europa coi partiti della sinistra.
I CENTRI SOCIALI
No-global, mestrino - della terraferma veneziana - Casarini ha cominciato ad agitare i centri sociali che portava i pantaloni corti: per primo il "Pedro" di Padova e poi il "Rivolta" di Porto Marghera" dove ha conosciuto Giuseppe Caccia, ex assessore del Comune di Venezia e da qualche anno armatore della Mare Jonio, che al momento è ferma a Trapani per manutenzione - dalla parte opposta dell'isola rispetto a dove hanno stazionato la Humanity e alla Geo Barents- ma che tra pochi giorni riprenderà la rotta per il Mediterraneo centrale. Entro fine mese, ha annunciato e assicurato Caccia, e l'ha fatto commentando sprezzante il tentativo del nuovo governo di resistere all'ondata delle Ong: «Stiamo assistendo a una cosa che non era mai accaduta. Lo sbarco selettivo. Alcuni naufraghi, prevalentemente donne e bambini e persone malate vengono fatti scendere dalle navi di salvataggio e altri no. È inaccettabile», ha proseguito l'armatore di Mediterranea, «e non rispetta la legge italiana». Le ultime missioni umanitarie della Mare Jonio, diciamo così, sono state a gennaio, aprile e giugno: circa 300 gli stranieri caricati e sbarcati in Sicilia.
"ALLO SBIRRO MORTO"
Adesso si ricomincia, ed è da giorni che Casarini, a colpi di tweet, prepara il gran ritorno. «Cominciate a ingoiarvi gli "sbarchi selettivi" e il "carico residuale" invece di sparare minchiate. Consiglio olio di ricino per agevolare»; «Siete delle merde», con #PalazzoChigi; «La butto lì: quando tutti saranno sbarcati e finalmente avremo chiuso questa pagina indegna nel modo giusto, si potrebbe lanciare un rave. Che ne dici Piantedosi?». Casarini, quand'era il portavoce del "Rivolta", coi "rivoltini" aveva chiamato un'osteria "Allo sbirro morto", e ce n'era voluto perché quel nome infame venisse cambiato.
La Ong Mediterranea è nata grazie a una raffica di donazioni tra cui 70 mila euro parte dei quali donati dal deputato e segretario di Sinistra Italia Nicola Fratoianni e l'ex governatore della Puglia Nichi Vendola, fondatore della defunta e per nulla compianta Sel, Sinistra ecologia e libertà. Era di Sel anche l'ex onorevole Nicola Palazzotto, anche lui tra i finanziatori. Sono piovute donazioni pure da Arci, da magazine quali "I Diavoli" e imprese sociali come "Moltivolti". Solo nel 2018 la Ong ha raccolto fondi per un milione. 600 mila euro nel 2020. Quest' estate anche il rapper Ghali ha voluto contribuire lanciando una mega-colletta online. Ieri la Ong ha twittato: «Volevano imporre sbarchi selettivi, carichi residuali e respingimenti collettivi di esseri umani. Lo abbiamo impedito grazie al coraggio di migranti, comandanti, equipaggi, attivisti, studenti, giornalisti, infermieri, psicologi e medici. Tutti a terra! E ora, avanti insieme!». Verso altri salvataggi umanitari, si capisce. Cameriere: champagne.