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Ong, morti in mare: ecco le cifre che smascherano la sinistra

Fabio Rubini
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Nell'ultima settimana leader, leaderini e controfigure del Pd e della sinistra italiana si stracciano le vesti per la sorte toccata ai migranti della Humanity 1 e della Geo Barents, bloccati nel porto di Catania senza il permesso di sbarcare. Gridano al calpestamento dei diritti civili, alla Costituzione fatta carta straccia e, ovviamente, al fascismo di ritorno. Eppure quando al governo c'erano loro non è che le cose andassero molto diversamente. Solo che se a lasciare a bagnomaria qualche centinaio di profughi è un esecutivo di centrosinistra ci si indigna un po' meno. O meglio, non ci si indigna per nulla. Tecnicamente si chiama "ipocrisia", sentimento del quale i dem sono maestri assoluti. Inarrivabili.

 

 


I fronti sui quali le anime belle della sinistra si stanno scatenando, ma sui quali dovrebbero fare un bel mea culpa, sono sostanzialmente due, collegati tra loro. Il primo riguarda la permanenza sulle navi di alcuni migranti - donne, bambini e fragili, infatti, sono stati fatto sbarcare - nel porto di Catania. Eppure quando al governo vi era la sinistra le cose non andavano mica tanto diversamente. Andiamo con ordine. Nell'ottobre del 2019 la Ocean Viking arriva a Pozzallo con 104 migranti a bordo. In Umbria, però, in quei giorni ci sono le elezioni anticipate dopo che la dem Catiuscia Marini si era dimessa. Allora meglio non dare un'arma in più al centrodestra (che comunque stravincerà con la leghista Donatella Tesei), così i profughi vengono lasciati in mare per ben 11 giorni. Nell'indifferenza generale. Nessuno s' indigna. Nessuno ciancia di diritti umani. Poi, a sconfitta acquisita, ecco arrivare l'ok allo sbarco. In quei giorni a Palazzo Chigi c'era per la seconda volta Giuseppe Conte e ministro dell'interno era Luciana Lamorgese.

 


PERSEVERARE
Il Conte due ci ricade anche nel gennaio 2020. Lo scenario è il medesimo: in Emilia e in Calabria si vota per le regionali. Così il governo Cinquestelle-Pd lascia in mare 223 profughi sempre stipati sulla Ocean Viking. Pure loro verranno fatti sbarcare subito dopo il voto. Gli attori protagonisti sono sempre Conte e Lamorgese. La reazione dei media di sinistra non cambia: silenzio assoluto. E non è finita, perché l'allora ministro degli Interni segna un record davvero invidiabile: tra l'ottobre e il dicembre 2020 blocca al largo delle coste italiane sette navi contemporaneamente, frantumando il precedente primato che spettava a Matteo Salvini con "appena" quattro navi.

 


Il secondo fronte di polemica è quello che riguarda il famigerato "Memorandum Italia-Libia". In questi giorni viene definito il «Memorandum della vergogna» e da più fonti- tutte di sinistra- si accusa la Meloni di non averlo denunciato consentendo il suo rinnovo automatico per altri tre anni. Eppure la sinistra che oggi bercia sui giornali e negli studi tv si dimentica di dire che quel memorandum così com' è oggi lo ha preparato votato e rinnovato proprio lei. L'accordo, infatti, risale al 2017, venne siglato a febbraio 2017 dall'allora presidente del Consiglio Paolo Gentiloni. L'accordo prevede che l'Italia dia un aiuto tecnico ed economico alla guardia costiera libica, che in cambio deve aiutare nel pattugliamento delle coste per impedire le partenze di barconi e barchini. In cinque anni, secondo i dati forniti da più di un'agenzia internazionale, questo accordo ha portato al respingimento di 100mila profughi, finiti poi nei campi libici.


Tre anni dopo, siamo nel 2020, il memorandum si rinnova tacitamente col Conte bis e con Lamorgese ministro. Anche qui (quasi) nessuno fiata. Poi, forse per lavarsi la coscienza, il Pd ha votato contro il suo rinnovo a pochi giorni dal voto di settembre. Per tacere del dato dei morti in mare, che secondo l'Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati è raddoppiato tra il 2020 e il 2021: si parla di oltre 3mila persone, 2mila delle quali sulle rotte del Mediterraneo. Ma se al governo c'è la sinistra, meglio girarsi dall'altra parte.

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