Ong, Piantedosi: la strategia per non finire indagato come Salvini
Matteo Piantedosi ha una strategia ben precisa per non finire indagato dalla magistratura come il suo predecessore Matteo Salvini per l'ordine dato alle due navi ong Humanity 1 e Geo Barents di lasciare il porto di Catania dopo aver fatto sbarcare, donne, minori e persone fragili. Avendo lavorato come capo di gabinetto al Viminale proprio quando Salvini era ministro dell'Interno, ora Piantedosi sa bene quali errori deve evitare.
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Codice penale alla mano, riporta La Repubblica in un retroscena, la strategia è stata studiata "con scelte in grado di neutralizzare eventuali interventi delle procure di turno. Tanto per cominciare: acconsentendo a far scendere dalle navi bambini, minori, donne incinte e chiunque necessiti di cure mediche". In questo modo Piantedosi "ha affermato il suo 'impegno umanitario'" e si è "messo al riparo da una possibile imputazione di omissione d'atti d'ufficio e omissione di soccorso".
"La linea resta quella di garantire l'assistenza dovuta, ma anche di essere fermi nel tenere il punto che i migranti economici portati dalle Ong in Italia non entrano. E dello sforzo per far attecchire in Europa il principio della corresponsabilità. Questo è quello che conta, ben più del dato numerico o del rapporto tra chi è rimasto a bordo e chi è sceso", riportano fonti del Viminale a La Repubblica.
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A questo punto Piantedosi rischia solo una accusa di abuso d'ufficio, per non aver ottemperato all'obbligo di assegnare alle Ong un porto di sbarco. Un reato praticamente irrisorio. Non solo. Rispetto ai decreti sicurezza quello notificato alle navi Ong non afferma "la presunta 'offensività' della nave umanitaria, ma si limita a dare un'autorizzazione temporanea all'ingresso in acque nazionali limitatamente al periodo che serve per l'assistenza. E, di fatto, contesta alle navi di aver puntato dritto alle acque italiane senza autorizzazione, non avendo ricevuto risposta dalle autorità dei Paesi delle zone Sar in cui il soccorso è avvenuto".