Ong, pugno di ferro del governo: "Chi resta a bordo", caos al porto
Nella notte, sul molo di Levante a Catania, è iniziato lo sbarco dalla Ong Humanity1: i primi tre minorenni e un neonato di 7 mesi. Dunque le operazioni sono proseguite per individuare chi dei 179 migranti fosse autorizzato a scendere. Per certo il portavoce di Sos Humanity, Petra Krischok, conferma che "Catania non ci è stato assegnato come porto sicuro". Dunque, ora, la Humanity 1 dovrebbe tornare al largo con il resto dei migranti. A bordo restano ancora 35 persone che, come riferisce la ong Sos Humanity, "le autorità italiane sembra non vogliano lasciar sbarcare: sono tutti uomini adulti, senza problemi medici". In totale - tra donne, minori e fragili - ne sono sbarcate 145.
"Non sono io il capitano, non decido io, ma lasciare il porto di Catania se non dovessero sbarcare tutti i migranti che sono a bordo della nave sarebbe illegale, perché sono tutti profughi", ha aggiunto la portavoce.
La nave Humanity 1 della ong tedesca Sos Humanity, con a bordo 179 naufraghi, scortata da una motovedetta della Guardia costiera ha attraccato in porto verso le 23.30, dopo che nelle scorse era stata autorizzata ad entrare nelle acque territoriali in seguito ad un peggioramento delle condizioni meteo. Dunque si è concretizzato lo scenario dello "sbarco selettivo", che aveva iniziato a delinearsi nel tardo pomeriggio di ieri, sabato 5 novembre, quando al comandante era stato chiesto di portare l'imbarcazione in porto, per poi ricevere la notifica del decreto con cui veniva annunciata l'ispezione a bordo per individuare fragili, donne e bimbi da sbarcare tra i 179 a bordo.
Al largo della Sicilia restano però altre tre navi che hanno fatto richiesta di porto sicuro e con le quali prosegue il braccio di ferro. Vi sono la Geo Barents di Msf, dunque la Rise Above della ong tedesca Mission Lifeline e infine la Ocean Viking, norvegese, che ha soccorso 234 migranti e che continua a restare sul limitare di acque italiane.