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Toscana, fanno guidare i bus ai migranti: "Scandalo", insorge FdI

Andrea Cappelli
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In Toscana a guidare gli autobus saranno profughi selezionati dai centri Caritas. È quanto previsto da un progetto (attualmente in fase di studio) di Autolinee Toscane, società privata che dallo scorso gennaio è gestore unico dell'intera rete autobus della regione. Come anticipato dal dorso fiorentino de La Repubblica ieri, partner di AT in questa iniziativa sarà la Fondazione Caritas, a cui fanno capo diverse strutture di accoglienza dislocate nel territorio regionale. Come si è arrivati a questa soluzione? A prima vista, quello dell'autista d'autobus rientrerebbe nello stereotipo dei lavori «che gli italiani non vogliono più fare». A oggi, difatti, la società di trasporto lamenta la mancanza di almeno 40 50 conducenti, dovuta sia ad abbandoni precoci da parte di neo assunti che da quelli di autisti più anziani, che alla prima occasione utile preferirebbero virare verso lavori più remunerativi e meno usuranti. Il problema, a quanto traspare, sembra essere legato agli stipendi, troppo bassi per mantenere una famiglia e con scatti infinitesimali: 1.200 - 1.250 euro una volta assunti, 1.600 - 1.650 massimo a fine carriera). Se a questo si aggiunge che il lavoro in questione prevede una certa dose di stress e di responsabilità, reperire ventenni disposti a farlo diventa sempre più complicato.

 

 

 

OPPORTUNITÀ

Ora, una domanda sorge spontanea: è opportuno affidare a migranti in certi casi poco esperti del nostro codice della strada e con difficoltà nel parlare la lingua - vetture che ogni giorno trasportano decine di persone da una parte all'altra della città o della regione? Per ovviare a questo ostacolo di non poco conto, Autolinee Toscane ha fatto sapere che selezionerà le nuove "reclute" in base al loro livello di conoscenza dell'italiano e alle "doti di equilibrio psicofisico necessario per reggere la responsabilità di guidare bus carichi di persone". La ricerca si focalizzerà soprattuto sugli stranieri per il fatto che nella maggior parte dei casi gli italiani accolti dalla Caritas si trovano in condizioni di fragilità, che renderebbe loro difficile svolgere quel tipo di mansione. Si presume inoltre che i migranti siano maggiormente disposti degli italiani ad accettare il lavoro perché questo (a prescindere dallo stipendio basso) permetterebbe loro di ottenere o rinnovare i permessi di soggiorno. Oltre a questo, i candidati avrebbero la possibilità di frequentare l'Accademia di Autolinee Toscane, che fornisce corsi gratuiti per l'ottenimento delle patenti di guida De F e la CQC (Carta di qualificazione del conducente, che consente di svolgere attività di carattere professionale legate all'autotrasporto), dando loro la possibilità di imparare un mestiere e di ottenere titoli riconosciuti a costo zero. A scagliarsi contro il progetto sono i rappresentanti locali di Fratelli d'Italia: «Quando abbiamo letto la notizia - affermano, in una nota congiunta, il capogruppo di FdI in Regione Toscana Francesco Torselli e il responsabile trasporti FdI in provincia di Firenze Giampaolo Giannelli - non volevamo crederci. Per far fronte alla continua carenza di personale (tante volte denunciata dai sindacati come frutto di stipendi da fame) Autolinee Toscane sta cercando una soluzione a dir poco scandalosa». Per gli esponenti di FdI «se At è la grande società che dice di essere dovrebbe aumentare gli stipendi e assumere nuovi autisti, non andare a cercare alla Caritas persone da sottopagare! Ci vergogniamo di questa iniziativa». 

 

 

 

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