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Milano, la lezione di Vittorio Feltri: "Tutti contro gli alpini, e il molestatore algerino in Stazione centrale?"

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Vittorio Feltri
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Proseguono sempre più roventi le polemiche sulle presunte molestie compiute dagli alpini sulle donne di Rimini, quando alcuni giorni fa si è svolto il raduno nazionale del corpo delle penne nere. Le femministe non si placano, seguitano ad accusare i militari di essere un branco di cafoni dediti a importunare le fanciulle con le parole e con i gesti. Una ragazza ha protestato vibratamente perché un soldato le avrebbe addirittura detto: «Ma che belle gambe hai!». Capirete che offesa sanguinosa. Ella ha aggiunto, dopo quell'affronto, di essersi chiusa in casa disperata nel timore di subire una replica della definita "molestia". Insomma, la sfrontatezza attribuita agli alpini è diventata una questione di Stato, che però in molti italiani ha suscitato ilarità.

 

 

 

La diatriba andrà avanti a lungo perché in Italia le uniche cose che vengono prese sul serio sono le stupidaggini. Infatti, mentre il dibattito sulle intemperanze militari si infiamma, leggiamo sul Corriere della Sera di ieri una notizia che fa riflettere. A Milano, nella zona della Stazione Centrale, è successo un fattaccio. Un algerino di 33 anni ha palpeggiato di brutto tre fanciulle, le quali per mettersi in salvo si sono rifugiate su un mezzo di trasporto pubblico. Il conducente, resosi conto dell'accaduto, non soltanto ha difeso le vittime, ma ha avvertito le forze dell'ordine affinché intervenissero.

 

 

 

L'aggressore è stato fermato e ora sarà sottoposto a indagini. Tuttavia non ci facciamo illusioni. La giustizia gli darà una pacca sulla spalla, rimettendolo in libertà. Infatti egli non è un alpino e neppure un bersagliere, pertanto non sarà perseguito in quanto originario di un Paese, l'Algeria, i cui costumi sono tali per cui le femmine sono considerate di una razza inferiore e si possono perfino stuprare. Ormai la situazione è questa: ogni dì nel capoluogo lombardo si consumano delitti a sfondo sessuale e nessuno ci fa caso, tanto che il Corriere alle violenze commesse sulle tre signorine di cui vi abbiamo raccontato ha riservato un titoletto nelle pagine di cronaca, mentre alle scorrettezze verbali degli alpini ha dedicato titoloni a tutto spiano. 

 

 

 

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