Immigrazione, Alessandro Sallusti: "L'indagine per caporalato? E' la sconfitta dei Saviano"

di Alessandro Sallustisabato 11 dicembre 2021
Roberto Saviano

Roberto Saviano

2' di lettura

L'inchiesta di Foggia sullo sfruttamento dei clandestini, che arriva addirittura a lambire il Viminale - si è dimesso il braccio destro della ministra Lamorgese responsabile della gestione dell'immigrazione - al di là delle responsabilità penali che dovranno essere accertate arriva poche settimane dopo la pesante condanna (13 anni in primo grado) a Mimmo Lucano, il sindaco di Riace tanto amato dalla sinistra che aveva trasformato l'accoglienza in un business illegale. Bisognerebbe che da Saviano in giù, ma anche di lato verso Gad Lerner e amici suoi, si prendesse atto che da una illegalità - gli sbarchi di clandestini - non possono che nascere altre illegalità. Non è questione di essere o no solidali - chi non lo è nel principio? - e neppure amici o avversari di Matteo Salvini, leader della linea dura.

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La questione è assai più banale: i fenomeni complessi, quale è l'immigrazione, o li governa lo Stato oppure sfuggono di mano e aggiungono danno a danno, ingiustizie a ingiustizie. Oggi il problema è che il tema dell'immigrazione non è nell'agenda del governo Draghi, troppo divisivo per l'attuale maggioranza e forse anche troppo lontano dalle sensibilità prevalenti e dalle priorità del premier. Capiamo, ma prima o poi qualcosa bisognerà dire e soprattutto fare. Non solo decidere chi e come può essere accolto ma anche di conseguenza chi e come dovrà farsi carico di gestire civilmente e legalmente questa massa, grande o piccola che sia, di disperati. Altrimenti il rischio è quello di fermarci, e dividerci come tifoserie da stadio, sulla prima parte del problema come fanno Saviano e soci, cioè se per motivi umanitari le nostre frontiere devono restare aperte (loro sono per il sì) a chiunque voglia varcarle.

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Dibattito interessante, ma inconcludente. Saviano, come tutti gli intellettuali, infatti non affronta mai la fase due cioè dove sono gli uomini, le risorse e i progetti che permettono e garantiscono un percorso di legalità oltre che di civiltà. Facile così, parole in libertà come quelle dei maestri della libertà, e della bontà, di non vaccinarsi che però non si preoccupano di spiegarci cosa dovrebbe succedere, chi dovrebbe fare e cosa, quando un mattino ti alzi e non respiri più. Ecco, quelli alla Saviano sono dei negazionisti dell'immigrazione e soprattutto del buon senso.

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