Ennio Di Lalla, le rom alle forze dell'ordine: "Andiamo a occupare un'altra casa"
Ennio Di Lalla è tornato in possesso della sua abitazione. Pensionato di 86 anni, è riuscito a riappropriarsi della casa romana che era stata occupata da alcune rom per 20 giorni. Ovviamente quello che ha trovato una volta varcata la soglia è stato uno scenario da “bombardamento”: il casa custodiva quadri, libri rari, monete, accendini d’oro, orologi. “Piango per i miei ricordi andati in fumo - ha dichiarato - ma ringrazio chi alla fine mi ha aiutato a riavere almeno le mura”.
Nelle ore precedenti lo sfratto, una delle rom che avevano occupato l’abitazione del signor Ennio aveva dichiarato di tutto e di più ai microfoni de La Vita in Diretta: “La casa è di Ennio, me l’ha lasciata volontariamente. Perché ho avuto rapporti con lui. Chiedete a Ennio”. Prima ancora aveva giurato di non sapere che l’abitazione fosse abitata, poi ha dichiarato di avere il Covid, infine di essere incinta. Insomma, una serie di bugie e di atteggiamenti che dimostrano come queste donne siano “occupatrici seriali”. Il momento dello sfratto è infatti stato un vero e proprio trasloco, come se avessero calcolato di rimanere diversi mesi in quella casa, e non solo 20 giorni.
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“Pentite di quello che abbiamo fatto? No, e lo faremo di nuovo”, sono state le parole di una delle donne rom. Una vergogna incredibile, che non ha lasciato indifferente anche il mondo della politica. “Robe da matti - ha commentato Matteo Salvini - ma l’abusiva ha capito che in Italia le case non si occupano? Vedere Ennio rientrare nella sua casa mi riempie il cuore, posso solo immaginare lo choc che ha subito vedendosi impadronito, violato e deturpato il luogo della propria vita”.