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Piacenza, l'immigrato grida Allah Akbar e accoltella? Ma l'allarme sono i tifosi della Lazio "fascisti"

Renato Farina
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Dove sta il pericolo? Qual è il vero allarme? Ci sono due notizie che ci sbattono in faccia lo strabismo ideologico che inzuppa le menti dei governanti. Numero 1) Il ministro dell'Interno francese Gerald Darmarin, d'intesa con il prefetto di Marsiglia, ha emesso un ukaz contro i tifosi della Lazio. Non potranno accompagnare la squadra per la partita che si giocherà giovedì sera al Velodrome nella seconda città della Gallia. Una scelta che ricalca quella delle autorità italiane che vietò ai francesi di seguire l'Olympique di Marsiglia nella sfida romana. Misure prudenziali e persino giuste, dati i precedenti scontri tra gli ultrà delle due squadre. Prevenire è meglio che reprimere. Ma non è questo il punto. Colpisce la giustificazione transalpina usata respingere i barbari. Infatti i laziali sono identificati come pericoli pubblici in quanto fascisti e/o nazisti, tertium non datur. Neanche un liberale, neppure un progressista. Ovvio che siano un'orda da tenere alla larga. Il comunicato parte in onesto burocratese: «Viaggi individuali o di gruppo, con qualsiasi mezzo, per valichi autostradali, porti e aeroporti francesi, sono vietati ai tifosi della Lazio o chi si comporta come tale». Poi si arriva al cuore politico della questione. La violenza dei laziali non è sana e normale come quella dei marsigliesi, ma si esprime con «la ripetuta interpretazione di canti fascisti e la pratica di saluti nazisti». Tutti i cori che esigono la morte degli avversari sono orrendi, specie quando si passa ai fatti. Il dannunziano «eja, eja, alalà!» rispetto alla media è uno zuccherino. Ma all'ordinanza non interessa tener lontana la violenza ma affermare il dogma propagandistico del progressismi europeo: inventarsi il fascismo.

 

La prova? Dopo aver agitato paurosi spettri da invasione fascista, ammettono ammettono che queste presunte masse di fanatici del Duce e del Führer sarebbero solo «alcuni». Tutto sto apparato per tre pirla? Ma dai, volete spaventare la gente con i fantasmi. Del resto c'è un sotto testo perfettamente leggibile. La narrazione somiglia anche troppo, per non esserne ispirata, al finale ideologico del serial di Netflix intitolato Marseille, con un meraviglioso Gerard Depardieu nella parte del sindaco: dove i miti tifosi (di sinistra, ça va sans dire) della squadra locale sono massacrati da bande di teppisti fascisti. Ministro, non si copia da Netflix. Che palle però, ragà. Vietate le trasferte per evitare incidenti, e fate pure bene, ma non menatela con la politica. E se proprio volete farcela entrare, ci viene in mente che avete la coda di paglia. Magari se invece dei tifosi di Immobile e Sarri aveste bloccato a suo tempo i terroristi rossi, piuttosto che accoglierli come angeli armati di fucili a pompa, sarebbe stato meglio.

GRIDO DI GUERRA - Numero 2). Notte tra domenica e lunedì. Il centro di Piacenza è invaso da giovani in macabri travestimenti da Halloween. All'urlo ripetuto «Allah-u- akbar!» (Allah è grande) un tale ha accoltellato un netturbino e un poliziotto. Nessuno dei due è in pericolo di vita, per fortuna. Identità dell'aggressore? Egiziano, pregiudicato, clandestino, diremmo a occhio e croce anche musulmano fondamentalista. Terrorista? Figuriamoci. Deve aver sbagliato slogan: invece di «dolcetto o scherzetto» gli è scappato il grido di guerra dell'Isis, perché quelli non mollavano il cioccolatino, e il coltello era solo uno scherzetto tipico della sua cultura. Tiro la morale delle due notizie. Come dimostra nei fatti la politica di porti aperti e accoglienza indiscriminata del ministero dell'Interno gestione Luciana Lamorgese, il pericolo non è il trasferimento di migliaia di persone senza controlli nei Paesi d'Europa, ma il risorgere del fascismo e della sua minaccia dittatoriale, vedi il decreto d'Oltralpe. Dove sta insomma il pericolo per la civiltà europea? Fascismo o islamismo? Tifoserie ultrà o clandestini radicalizzati? Domande retoriche. A quanto pare gli apparati di sicurezza italiani e francesi sono concordi nella risposta: ora e sempre antifascismo. La priorità è bloccare e impedire sbarchi di laziali. Vogliono un lasciapassare? Imparino a urlare la prossima volta «eja, eja, ajatollah!». 

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