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Immigrazione, lo scenario inquietante dell'esperta: "Mario Draghi impotente", il 2022 sarà l'anno più drammatico

Gianluca Mazzini
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I numeri fanno paura. Siamo già a 55mila clandestini sbarcati sulle nostre coste dall'inizio dell'anno. Il doppio dello scorso anno. E l'emergenza è destinata a durare anzi a peggiorare il prossimo anno. Il fenomeno migratorio che si abbatte sull'Europa è sempre più fuori controllo. L'Italia resta in prima linea ma anche il governo Draghi sembra impotente. Bruxelles non ci aiutava prima e non ci aiuta neppure ora nonostante l'esecutivo presieduto da Supermario che a parole gode della massima fiducia delle istituzioni dell'Unione. Inutile parlare di quello che combina (o non combina) il nostro ministro degli Interni Lamorgese. Ma un alibi al Viminale lo hanno. Il problema migratorio non dovrebbe riguardare (almeno in prima battuta) l'ordine pubblico, come spiega Michela Mercuri, esperta di politica internazionale e autrice del libro "Naufragio Mediterraneo, come e perché abbiamo perso il Mare Nostrum", scritto da Paolo Quercia.

 

 

«L'Europa ha ridotto la questione migratoria ad un problema di politica interna. Ma non si tratta di un tema nazionale. Dovrebbe essere affrontato come un problema di politica estera. Fondamentale sarebbe allungare lo sguardo e organizzare flussi con numeri certi, permessi, controllo dei luoghi di provenienza». L'Italia è sempre sottoposta a due forti correnti migratorie: quella balcanica e quella libica. Ancora la Mercuri: «In Africa aumentano guerre e conflitti, questo fa prevedere che il numero di immigrati continuerà a crescere. Parallelamente aumenteranno le organizzazioni criminali e quelle jihadiste per sfruttare questa tragedia epocale. E la Turchia è ormai con la Russia il dominus in Libia. Come perla rotta balcanica anche il quadrante libico è sotto il controllo di Erdogan, con il quale bisogna fare i conti. Per la Turchia i migranti sono un'arma economica».

 

 

La Libia resta una polveriera. Nei campi di detenzione le condizioni sono sempre più dure e sono molti migranti disposti anche a rientrare nei propri paesi d'origine. La guardia costiera di Tripoli (addestrata da noi) e con in forza anche navi italiane fa quello che può e non sempre in modo trasparente ma è un interlocutore fondamentale per tenere aperto un canale con Tripoli e non essere totalmente tagliati fuori dalla Libia. Esiste poi una differenza sostanziale di sensibilità politica tra Roma e Ankara sui diritti dei migranti. Cosa ci aspetta per il prossimo futuro è già chiaro. Sempre Michela Mercuri: «Per il 2022 è facile prevedere un ulteriore incremento dei flussi verso i nostri confini. Del resto fino a che a Bruxelles non si prenderanno vere decisioni politiche su quante persone fare entrare e da dove accoglierle la situazione non potrà cambiare». 

 

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