Mimmo Lucano condannato a 13 anni di carcere. Svelato il "business dell'accoglienza dei migranti" dell'ex sindco Pd di Riace
Durissima condanna per Mimmo Lucano, l'ex sindaco Pd di Riace. IL tribunale di Locri aumenta la pena richiesta dalla Procura e infligge 13 anni e 2 mesi di carcere all'eroe della "accoglienza dei migranti". La corte presieduta dal giudice Fulvio Accurso ha così confermato e anzi aggravato le teorie dell'accusa, secondo cui il sindaco aveva messo in piedi un sistema criminale dietro il modello passato alla cronaca come "il paese dell'accoglienza" e dell'integrazione. Diversi i reati commessi: abuso d’ufficio, truffa, falsità ideologica, turbativa d’asta, peculato e malversazione a danno dello Stato.
Uno scandalo iniziato nel 2018: Lucano finì in carcere perché accusato di essere il promotore di una associazione a delinquere responsabile di "un numero indeterminato di delitti (contro la pubblica amministrazione, la fede pubblica e il patrimonio), orientando di fatto l'esercizio della funzione pubblica del Viminale e della prefettura di Reggio Calabria. Siamo nella galassia degli Sprar, Cas e Msna, la complessa macchina dell'accoglienza chiamata a rispondere all'emergenza sbarci e alla integrazione dei migranti costretti a restare a lungo sul suolo italiano. Lucano si offriva per l'affidamento dei servizi da espletare nell'ambito del Comune di Riace. Mosso, scrive l'accusa nelle carte, da "interessi di natura politica".
Sfruttava cioè l'arrivo dei migranti per far lavorare i cittadini di Riace nel ricco e fiorente business dell'accoglienza ricevendo, "quale contraccambio, un sostegno politico elettorale". Il classico escamotage del voto di scambio, ben radicato in molte realtà italiane, ma qua ammantato dalla propaganda della solidarietà verso gli ultimi. Sul conto di Lucano, hanno pesato anche "numerose conversazioni" inteercettate. Per lui il pm Michele Permunian aveva chiesto una condanna a 7 anni e 11 mesi di carcere. Per il giudice, ne ha meritati quasi il doppio.