Roma, bimbo rom denuncia la madre: "Cosa mi fa se non chiedo l'elemosina", orrori disumani
“Mi picchiano con violenza, da quattro anni. Ora basta, prendeteli”. È l’incredibile denuncia di un bambino di 11 anni, che ha citofonato in caserma per denunciare ai carabinieri sua madre e i suoi fratelli. Una storia che ha l’effetto di un pugno allo stomaco: questo ragazzino sarebbe stato costretto a rinunciare alla scuola, con la mamma nel ruolo di aguzzina a cui portare i soldi tramite l’elemosina.
"No vax convinto, cosa diceva di essere". Poliziotto morto di Covid, il grido di dolore della moglie
Una vita da sfruttato e maltrattato, perché quando il piccolo tornava a mani vuote al campo nomadi abusivo di Tor Sapienza veniva poi “punito” dalla madre, che ordinava agli altri figli di picchiarlo. Adesso l’incubo è finito, rivela Emilio Orlando sul quotidiano Leggo, perché è intervenuta la stazione dei carabinieri di San Basilio: identificata la donna, una cittadina romena di 36 anni, che tra i metodi punitivi prediligeva calci e pugni sulla pancia e in faccia al bimbo di 11 anni. Intimorito e pieno di lividi: così si è presentato in caserma, dove ha avuto la lucidità e il coraggio di denunciare tutto.
Quello è sale? Non proprio. Scoperta agghiacciante, cosa metteva sulla pizza d'asporto. Arrestato
Tra lacrime e singhiozzi, il piccolo ha raccontato tutto per filo e per segno ai carabinieri: “Mia madre mi mena a calci e pugni in testa e dietro la schiena se mi rifiuto di andare a cercare il ferro e il rame in giro per i cassonetti. Dopo la quinta elementare volevo continuare a studiare ma non mi hanno voluto più mandare a scuola per farmi lavorare. Non posso nemmeno riposarmi perché mia madre mi picchia se dormo”. La donna si trova adesso nel carcere di Rebibbia: tra l’altro proviene da uno dei campi rom noti per spaccio, roghi tossici e sfruttamento di minori per prostituzione e accattonaggio.
Ragazzino di 13 anni cade dal monopattino e muore. Letale l' "effetto catapulta"