Immigrazione, l'ammiraglio Fabio Caffio smaschera le Ong: "Ecco perché sono registrate nel Nord Europa"
Gli sbarchi delle ultime ore tornano di prepotenza al centro del dibattito pubblico italiano: sono migliaia i migranti giunti sulle nostre coste nel corso del 2021. Di conseguenza si parla anche delle Ong e soprattutto degli Stati che danno la loro bandiera alle navi impegnate nel salvataggio in mare. Fabio Caffio, ammiraglio e massimo esperto di diritto marittimo, ha spiegato al Giornale come mai - nella maggior parte dei casi - le Ong sono registrate nel Nord Europa: "Se usano una nave dal Nord Europa è tutto più semplice: tanto non possono arrivarci". E ancora: "E' praticamente impossibile pensare di portare lì via mare queste imbarcazioni".
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Caffio ha sottolineato che attualmente non c'è obbligo di sbarco nel Paese di bandiera. Tuttavia questi Stati dovrebbero comunque assumersi delle responsabilità: "Lo Stato deve essere coinvolto per il principio del ‘genuine link’, il collegamento tra nave e Paese di cui è parte. Il problema è che la normativa è vaga. Si parla di 'informare lo Stato' ma non dice che deve intervenire e prendersi i migranti".
Secondo l'ammiraglio bisognerebbe operare in maniera diversa: "Le autorità dovrebbero obbligare una nave carica di migranti a rimanere in acque internazionali, attendere che vi siano accordi con il Paese di cui batte bandiera e aspettare che questi migranti siano mandati lì". E' curioso comunque il fatto che le Ong puntino quasi sempre sugli Stati del Nord Europa: "Molto spesso lo fanno per questioni burocratiche. Però esistono i cosiddetti Paesi-ombra che di solito non hanno problemi a concedere la loro 'nazionalità'. Certo, fa riflettere che Stati europei concedano così facilmente i loro diritti ma non siano affatto responsabilizzati. Danno la bandiera ma poi se ne lavano le mani, lasciando il compito ai Paesi mediterranei".