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Voghera, l'immigrato ucciso dall'assessore leghista Adriatici "andava curato". Una sconcertante verità: chi era, com'è andata in piazza

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"Andava curato, non ucciso". A parlare è l'avvocato Debora Piazza, difensore dei familiari di Youns El Boussettaoui, il 39nne immigrato morto in piazza a Voghera a causa di un colpo partito dalla pistola dell'assessore leghista alla Sicurezza Massimo Adriatici. Un caso che ha presto fatto il giro d'Italia, anche a causa della facile strumentalizzazione politica. A poco sono serviti i dettagli emersi nel corso delle ore. Adriatici avrebbe invitato il marocchino, in evidente stato di ebbrezza, a calmarsi e non disturbare gli avventori di un bar in cui voleva entrare e dal proprietario del quale era stato allontanato. 

 

 

 

 



"Perché non mi saluti?", gli avrebbe chiesto "Musta" (questo il nome con cui l'immigrato era noto in zona). Quando l'assessore ha minacciato di chiamara la polizia, prima El Bossettaoui gli ha tirato una bottiglia di vetro. Adriatici tira fuori la pistola che aveva alla cintura, l'immigrato lo spinge facendolo cadere a terra. È in questo modo che sarebbe partito il colpo fatale, ed è per questo che l'accusa nei confronti dell'assessore è passata da omicidio volontario con arresto in flagranza a eccesso colposo di legittima difesa. Una differenza sostanziale.

 

 

 

 

 

 

"Non siamo nemmeno stati avvisati dell'autopsia - ha accusto il legale - perché pensavano non avesse parenti, che invece sono tutti italiani". La sorella della vittima, appena rientrata dalla Francia, rincara: "Youns era una persona non pericolosa, che aveva solo bisogno di essere aiutata. Gli hanno sparato in piazza, davanti a tantissime persone. E adesso l'assassino si trova a casa sua, dorme bello riposato. Dove è la legge in questa Italia? Ma siamo in Italia o in una foresta?". La vittima lascia due figli, un bimbo di 8 e una bimba di 5 anni.  

 

"Mio fratello era disarmato - sottolinea ancora la donna -. Aveva un fucile? Aveva una pistola in mano mio fratello? Rispondetemi! No, mio fratello non aveva nessuna arma in mano. È stato ammazzato davanti alle persone e chi l'ha ucciso adesso si trova a casa sua. Io voglio sapere se qua in Italia ammazzare o sparare è una cosa legale. La nostra famiglia cercava di aiutarlo. Si sentiva più tranquillo a dormire sulle panchine. L'altro giorno l'ha visto mio marito, è venuto a prenderlo. Abbiamo chiamato i carabinieri a Livorno Ferraris (Vercelli, ndr), possono testimoniare. L'abbiamo portato all'ospedale ma lui è scappato dall'ospedale. I carabinieri di Livorno Ferraris hanno chiamato i carabinieri di Voghera per poter prendere Youns, non perché fa male a qualcuno, è per lui, per difendere mio fratello". 

 

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