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L'Islam che insulta Mila smaschera la sinistra progressista ferma a Marx ed Engels

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Giuseppe Valditara
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Il caso di Mila dovrebbe scuotere le coscienze delle persone oneste, di sinistra innanzitutto, e indurre qualche riflessione sui veri obiettivi del "progressismo". La ragazza è dichiaratamente omosessuale, in una discussione su Instagram un giovane mussulmano le dà della «sporca lesbica». Lei, sbagliando, reagisce con insulti verso l'Islam. Da quel momento inizia la persecuzione: minacce di morte e di stupro, offese, quasi sempre riferite alla sua sessualità, vita sotto scorta. Il mondo progressista francese, a iniziare da molte associazioni gay, abbandona la ragazza come una appestata. Il fatto svela i falsi obiettivi di una certa sinistra. Il progressismo si è infatti impadronito del "bene" e ha dannato come "male" tutto ciò che contrasta i suoi dogmi. L'obiettivo non è tuttavia il rispetto di ogni essere umano. Un caso rivelatore sono i cosiddetti crimini di odio così come l'uso improprio del termine "razzista". Siccome una società liberale non colpisce il pensiero ma le azioni, cosa si intende per atto di odio? Dovrebbero esserlo i comportamenti aggressivi: un insulto, o un gesto violento che prenda spunto dalla razza, dal sesso, dalla religione. Certamente il licenziamento di un nero o di un omosessuale o di un islamico per il solo fatto di essere “diverso”, è un comportamento ispirato da “odio”.

L’affermazione della inferiorità biologica di una razza, è indubbiamente espressione di “odio”. I progressisti non si curano tuttavia dell’odio in ogni sua forma. Hanno piuttosto usato la parola odio come una clava per delegittimare istituti, pensiero, comportamenti che con l’odio non hanno nulla a che fare. Difendere la centralità della famiglia rischia ormai di essere considerato espressione di “odio”. Affermare che l’immigrazione clandestina crea grossi problemi sociali rischia di essere additato come razzismo. Sostenere chel’Islam non conosce la laicità delle istituzioni può essere inteso come volontà di discriminare.

Se ben si osserva sono in gioco istituti e principi cardine della civiltà occidentale, riconosciuti pure dalla nostra Costituzione: la famiglia, il diritto alla sicurezza, la libertà di pensiero. Si sentono gli echi di Engels sulla “Origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato” o di Lenin su “Il capitalismo e l’immigrazione operaia”. In verità ai progressisti poco importa difendere l'omosessuale, il
nero, l’islamico. Importa colpire e delegittimare chi impedisca loro di costruire un modello di società alternativo a quello “occidentale” tradizionale. Occorre dunque fare chiarezza sulle parole per non darla vinta ai nipotini di Engels e di Lenin.

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