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Immigrazione, "siete al sicuro". Il passaparola dietro i flussi: chi e come illude il popolo dei barconi

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Cos'è che incentiva le partenze dei migranti verso l'Italia? La risposta non sta solo nella posizione geografica del nostro Paese, che è sicuramente strategica visto che rappresenta il luogo di primo approdo e di transito verso altre nazioni europee. Ad alimentare gli arrivi, come riporta InsideOver, sarebbe anche un preciso passaparola: “Se arriviamo in Italia, siamo al sicuro”. Non sarebbero pochi, infatti, i migranti che, una volta approdati sulle coste italiane e interrogati, hanno riferito di come questa frase venga spesso ripetuta tra di loro mentre si trovano in Africa.

 

 

 

L'importanza del passaparola si è vista lo scorso maggio a Ceuta: è bastato diffondere la notizia dell’apertura delle frontiere per far arrivare 8mila migranti in 48 ore. Ad alimentare la convinzione secondo cui l'Italia sarebbe il posto ideale per iniziare una nuova vita, sarebbero soprattutto i trafficanti. "Da diversi mesi oramai – ha spiegato una fonte diplomatica a InsideOver l’Italia viene vista come una meta più abbordabile”.

 

 

 

“Dopo la prima ondata pandemica, che aveva quasi azzerato i flussi diretti nel sud Italia nell’estate 2020 sono stati registrati molti sbarchi dalla Tunisia – ha continuato la fonte –. Questa impennata di arrivi potrebbe aver generato la convinzione che imbarcarsi e intraprendere la via del Mediterraneo centrale è molto più semplice”. E proprio le organizzazioni criminali starebbero approfittando del passaparola per far salpare sempre più barconi. Lo dimostrano gli ultimi dati resi noti dal Viminale: sono 16.817 i migranti arrivati in Italia dall'inizio dell’anno, quasi il triplo dello stesso periodo del 2020, quando si contavano poco più di 5mila arrivi.

 

 

 

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