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Caldo, salite e tante insidie. Sarà una Vuelta durissima

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Ecco il percorso della 75° edizione della corsa a tappe spagnola. Grande attesa per l'arrivo sulla Bola del Mundo

Roberto Amaglio
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Analizzati gli uomini italiani e non che dovrebbero animare la Vuelta, vediamo un po' quali saranno i temi chiave della 75° edizione della corsa a tappe spagnola. Per quanto ci siano alcune novità, come la cronosquadre d'apertura in notturna, gli ingredienti della corsa sono quelli che l'hanno contraddistinta in questi ultimi anni: tappe brevi, frazioni di alta montagna concentrate in pochissimi giorni tra la seconda e la terza settimana e un tracciato estremamente nervoso, con oltre 40 GPM e un caldo torrido almeno per i primi 7 giorni di gara. Salite – Avendo in Nibali il corridore che può sognare un posto sul podio, partiamo dall'analisi della frazioni più impegnative, ossia quelle che dovrebbero segnare la lotta per la maglia rossa del leader. Le tappe chiave saranno la 14°, con arrivo a Peña Cabarga e la 16° che terminerà a Cotobello. Tuttavia l'attenzione dei tifosi è tutta per l'inedito arrivo in salita della penultima frazione alla Bola del Mundo (20ª tappa), una delle poche ascese pirenaiche che, per pendenze, può paragonarsi al tenuto Angliru. Nervoso anche il tracciato della nona frazione con arrivo ad Alcoy, con ben sette GPM disseminati nei 187 km (negli ultimi 80 km non un metro di pianura), così come decisiva sarà la cronometro individuale di Penafiel (46 km) di mercoledì 15 settembre. Insomma è una Vuelta sicuramente più simile al Giro che non al Tour, con diverse frazioni insidiose in cui si potrebbe assistere a degli importanti colpi di scena. Tappe per velocisti – Detto dei cinque arrivi in salita, delle tappa di media montagna e della cronometro individuale, per le ruote veloci del gruppo dovrebbero rimanere otto occasioni per cimentarsi allo sprint, l'ultima delle quali, ovviamente, si terrà domenica 19 settembre a Madrid.

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