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La Samp si sveglia sul più bello

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Il sogno Champions si infrange al 93': finisce 3 a 2 e passa il Werder. Non bastano Cassano e un doppio Pazzini

Roberto Amaglio
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Una partenza sprint, due lampi (uno spettacolare) dell'idolo della curva Giampaolo Pazzini e una magata del genietto Cassano. Tutto lasciava pensare a una serata meravigliosa, a una di quelle partite che restano indelebili nella memoria dei tifosi. E invece? E invece il miracolo è evaporato come neve al sole, affondato da due rasoiate tedesche da fuori area che hanno condannato la Sampdoria a dire addio, al termine dei tempi supplementari, all'Europa che conta. In un Marassi al gran completo, infatti, i blucerchiati hanno battuto il Werder 3 a 2 nell'ultimo turno preliminare della Champions League, un successo però non sufficiente a Cassano & C. in virtù dell'1 a 3 rimediato una settimana fa a Brema. Una vera e propria beffa, dunque, soprattutto in virtù del fatto che le cose per i ragazzi di Mimmo di Carlo si erano messe incredibilmente bene. Fulgido avvio – Serviva un 2 a 0 ai padroni di casa per ribaltare il risultato dell'andata. Una missione difficile raggiungibile solo con tanta pazienza ed equilibrio tattico. Invece la Sampdoria sembra trovare in pochissimo tempo il bandolo della matassa. Nemmeno il tempo di prendere posto sulle tribune liguri, infatti, e la Samp si ritrova sul tanto ambito 2 a 0. A siglare i gol, manco a dirlo, quel Pazzini che già all'andata aveva fatto male ai tedeschi: all'8' la punta di Pescia gira in rete di testa un cross di Cassano, mentre al 15' effettua una volée di destro dal limite che non lascia scampo a Wiese. Nel primo tempo potrebbe arrivare anche il 3 a 0, ma Fritz salva sulla linea l'ennesima inzuccata di Pazzini. La gioia del tris è solo rimandata nella ripresa, in quanto alla mezzora Antonio Cassano s'inventa una rete folle: cross rasoterra dalla destra di Mannini e Fantantonio che indovina la deviazione di tacco che mette fuori gioco Wiese. Sembra il colpo del ko, ma invece al tappeto ci va la Samp, ormai sfiancata e con le sostituzioni esaurite (Guberti, Tissone e Cassano fuori acciaccati). Così, proprio al 93', il Werder sigla quel gol che significa supplementari: a realizzarlo è il neoentrato Rosenberg con un diagonale rasoterra dai 20 metri. Finisce la benzina – La rete che rinvia il discorso ai supplementari, in pratica, è quella che decide la contesa: troppo forte il contraccolpo psicologico per i doriani, ormai anche inchiodati da un punto di vista fisico. Così i rocciosi tedeschi escono alla distanza e al 10', archiviano definitivamente la pratica con un destro a pelo d'erba che s'infila nell'angolino di Pizarro, smarcato ai 25 metri da Marin. Il resto è solo lacrime e delusione. Solo i tifosi cercano di rincuorare la squadra, tributandogli un lungo applauso alla fine del match. E lo stesso patron Garrone non si abbandona al rammarico. "Addio Champions? Sì, ma vogliamo essere protagonisti in campionato e in Europa League".

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