Schwazer, non poteva esserci peggior ritiro
L'altoatesino cede nella 50km di marcia per un guaio muscolare. "Ma non mi diverto più". Fuori anche la Di Martino
Doveva essere una cavalcata trionfale; 50 km per bissare l'argento nella 20 km e tornare il padrone della marcia dopo quello splendido oro olimpico conquistato a soli 23 anni a Pechino. Invece per Alex Schwazer è maturato un ritiro amaro al 37° km negli Europei di Barcellona, decisamente peggiore di quello a cui è stato costretto l'anno scorso ai Mondiali di Berlino. Se in Germania a bloccarlo fu un problema intestinale (che appiedò anche altri atleti al via), la strada catalana ha certificato invece un guaio psico-fisico per l'atleta altoatesino, apparso (non solo nelle gambe) il lontano parente di quella belva che solo due anni fa demoliva il russo Nizhegorodov e il primato mondiale della specialità portandolo a 3h, 37' e 9”. Non un'analisi tecnica la nostra, in quanto è stato lo stesso Schwazer ad affermarlo ai microfoni Rai dopo l'amaro ritiro. "Da due anni non riesco più a gioire. Una gara così, con un minimo di condizione, l'avrei dominata. In questo sport devi essere umile, avere voglia di spaccare il mondo, ma per me dopo i Giochi è tutto scontato. Non mi diverto più. Se arrivo secondo è già una delusione. Devo rispettare chi è qui e fatica, così non va bene. Il ritiro odierno è stato causato da un problema muscolare, ma ho la sensazione che il mio corpo faccia di tutto per non fare fatica". Senza fame – Insomma la diagnosi è impietosa: mancanza di fame e motivazioni, quelle molle che ti spingono a stare in strada ad allenarti e a macinare chilometri sia con la neve che con 40°. Quella stessa rabbia agonistica che aveva animato il marciatore italiano dopo il terzo posto ai mondiali di Osaka del 2005 e che lo ha condotto, dopo un percorso di 3 anni, a diventare il più forte marciatore al mondo. Se sulle qualità dell'atleta non ci sono dubbi (l'argento nella 20 km lo certifica), ora bisognerà aspettare che Schwazer sbollisca la delusione e decida il da farsi: avendo 25 anni, il tempo gli è amico; anche se, è bene chiarirlo, le Olimpiadi di Londra 2012 non sono poi così lontane. Da segnalare che la prova è stata vinta dal francese Yohann Diniz, mentre Marco De Luca ha chiuso al sesto posto. Di Martino out - A certificare la mattinata nera per i colori italiani, nel salto in alto femminile si è registrata l'eliminazione nelle semifinali di Antonietta Di Martino e anche di Raffaella Lamera. La brindisina ha iniziato a mostrare i primi segni di cedimento sulla misura di 1.92 (per lei anche un problema al tendine d'achille), quando le altre pretendenti della finale si stavano ancora divertendo.