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Pellizotti deferito dall'anti-doping. Rischia due anni

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Da valutare le anomalie ematiche riscontrate nel Passaporto biologico che lo avevano già costretto a saltare il Giro

Roberto Amaglio
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Non bastasse il caso Petacchi (e non solo) su cui sta indagando la procura di Padova e i Nas di Firenze. A meno di una settimana dalla fine del Tour de France il ciclismo viene scosso anche dalla riapertura della vicenda di Franco Pellizotti, il corridore della Liquigas che era stato fermato per via precauzionale a causa delle anomalie dei valori ematici del Passaporto biologico riscontrati dall'Unione Ciclistica Internazionale durante il Tour de France 2009. Questo pomeriggio, infatti, il "Delfino di Bibione" è stato deferito al Tribunale nazionale antidoping del Coni con la richiesta di due anni di squalifica. L'accusa chiede che al ciclista venga riconosciuta la responsabilità in ordine alla violazione dell'art. 2.2. del Codice Wada. Per il momento nè l'atleta nè la Liquigas hanno rilasciato dichiarazioni. Per quanto il corridore a questo punto verrà nuovamente ascoltato dai procuratori della Federazioni, visto che Pellizotti aveva sin da subito ventilato la possibilità di un ritiro dall'attività agonistica qualora fosse stato ritenuto colpevole, non è detto che la sua fantastica stagione 2009 (dove salì sul podio al Giro d'Italia e portò a casa la maglia a pois di miglior scalatore del Tour) possa essere l'ultima.

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