Petacchi. Scena muta davanti ai pm toscani
Il velocista spezzino si avvale della facoltà di non rispondere nell'udienza sull'inchiesta padovana. "Accuse vaghe"
Ci saremmo attesi una linea difensiva più intraprendente, una condotta simile a quella autoritaria e vincente con cui si è portato a casa la maglia verde dal Tour de France. Invece Alessandro Petacchi ha deciso di fare scena muta davanti ai Nas di Firenze, i quali questa mattina lo hanno convocato insieme al compagno di squadra Lorenzo Bernucci (anche lui si è avvalso della facoltà di non rispondere) in virtù del suo coinvolgimento nell'inchiesta padovana antidoping portata avanti dal pm Benedetto Roberti. Tale linea difensiva è stata scelta dal legale del velocista della Lampre, Virgilio Angelini. "Le accuse sono troppo generiche quindi ci siamo avvalsi della facoltà di non rispondere. Niente di strano, è una normale strategia difensiva", ha dichiarato il legale al termine dell'udienza. Tuttavia il rischio per Petacchi (36 anni) è quello di appendere anzitempo la bicicletta al chiodo. Se i tempi della giustizia ordinaria si preannunciano lunghi, le carte sono in possesso anche della Procura del Coni che, se dovesse accogliere l'impianto accusatorio, potrebbe chiedere due anni di stop, o forse anche la radiazione, visto che lo sprinter era già stato squalificato un anno per il ricorso al salbutamolo nel 2007. L'inchiesta padovana – Non meno leggera è comunque l'accusa della Procura di Padova: i capi d'accusa allo spezzino sono di violazione della legge antidoping, in specifico l'uso del Pfc e dell'albumina umana.