Calcio in rosso. 21 società prof escluse dai campionati
Sono l'Ancona e altre venti squadre di Lega Pro. Maccalli: "E l'anno prossimo andrà peggio"
Conti in rosso battono le squadre di calcio 21 a 0. Se in Inghilterra e in Spagna le preoccupazioni legate alla stabilità economica dei club sono già venute alla luce, anche in Italia il giocattolo calcio inizia a mostrare le prime, preoccupanti crepe. Sono infatti 21 le squadre che non hanno ottenuto dal Palazzo il lasciapassare all'iscrizione ai prossimi campionati professionistici. Alle quindici esclusioni già note, si sono aggiunte ieri quelle di Figline (1^ Divisione), Pro Vercelli, Sangiustese, Potenza e Legnano (2^ Divisione) e, soprattutto, dell'Ancona, la società che milita nel campionato cadetto che nell'ultimo campionato era riuscita a ottenere l'agognata salvezza all'ultima giornata. Piccole società, si potrebbe dire; tuttavia il dato è senza dubbio preoccupante: il fallimento dell'Ancona, a cui vanno aggiunti quelli del Mantova e del Gallipoli, testimonia come stia diventando impossibile tenere i conti in ordine per quelle società che non possono contare sugli introiti televisivi o un consistente bacino di spettatori. Se a questo si aggiungono le difficoltà di altre società del campionato cadetto (potrebbero cascare altre teste da qui alla fine del prossimo torneo) il quadro è completo. Record – Le 21 esclusioni rappresentano per il Belpaese anche un record assoluto, in quanto nel 2005 (altro anno nero per le società calcistiche) erano state “solo” 14 le squadre dichiarate fallite: tra queste il nome altisonante era quello del Torino, poi rilevato da Urbano Cairo. Lista escluse – Di seguito riportiamo in ordine di categoria le società che non potranno partecipare ai prossimi campionati professionistici: Ancona (Serie B), Arezzo, Real Marcianise, Rimini, Figline, Mantova, Gallipoli e Perugia (1° Divisione); Alghero, Itala San Marco, Manfredonia, Olbia, Cassino, Pro Vasto, Monopoli, Pescina, Scafatese, Pro Vercelli, Sangiustese, Potenza e Legnano (2^ Divisione). Maccalli preoccupato - "E' stato un tributo di sangue". A dirlo è stato niente meno che il presidente della Lega Pro, Mario Macalli, al termine del Consiglio Federale della Figc. "La nostra è una situazione che denunciamo da due-tre anni e che non ha avuto ascolto. Il nostro è un mondo debole, che non ha ricavi e con poche risorse. Anche nel futuro le risorse sono state date a categorie diverse dalla nostra che negli ultimi dieci anni ne hanno sperperate a valanga. Può darsi che ci siano tanti volenterosi che copriranno i ventuno buchi, ma anche quelli che si sono iscritti, mi chiedo se il giorno dopo abbiano in tasca un euro. La previsione è che l'anno prossimo sarà peggiore di quest'anno".