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Gianluca Sordo, il suo dramma: "Allegri? Pensavo fosse un amico"

martedì 29 aprile 2025

3' di lettura

In coma per una discussione banalissima in un bar. Quello che è capitato all’ex giocatore di Torino e Milan, Gianluca Sordo. Un episodio, avvenuto nel 2005, che è stato raccontato nell’intervista al Corriere della Sera e che oggi gli porta “lo zoppicamento e deficit motori con la parte sinistra del corpo — le sue parole — la testa mi va a fuoco anche quando leggo solo mezza pagina di giornale sportivo. Percepisco una pensione di invalidità”.

L’ex rossonero, club nel quale vinse uno scudetto nel 1994, ha criticato il mondo del calcio che lo ha messo da parte: “Mi ha dimenticato, nessuno si è degnato di chiedersi se fossi ancora vivo o no, solo gli ex compagni di squadra”.

Prima dell’aggressione “mi allenavo tutti i giorni, nella speranza di trovare una squadra in C2 — le sue parole — Ogni venerdì, poi, andavo a giocare a calcetto con i miei amici, quindi una pizza a cena e una bevuta in un bar a Marina di Massa prima di tornare a casa. Una sera, senza volerlo, pesto il piede a una ragazza. Le chiedo scusa un paio di volte, lei non le accetta. Alla terza perdo la pazienza e la mando a quel paese”.

A quel punto un ragazzo, racconta Sordo, gli ha dato una testata alla tempia: “Torno a casa, inizio a vomitare nel letto, non riuscivo a parlare o a muovermi”, le sue parole. Poi la corsa in ospedale dove la situazione precipita: ”Mi fanno una tac, avevo un ematoma cerebrale — spiega — Alle 8 del mattino mi operano a Pisa, salvandomi la vita. È un miracolo che sia qui a raccontarlo.

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Dopo l’operazione è iniziato il calvario: “Finisco in coma per quattro giorni, quindi un mese di terapia intensiva e una lunga riabilitazione pagata tutta di tasca mia. I danni però me li porto dietro ancora oggi”. La ripresa è complicata: “Non sono più un ragazzino, ho solo la terza media e una memoria, soprattutto a breve termine, compromessa“. 

La delusione per Sordo è anche nei confronti del suo ultimo allenatore all’Aglianese, un certo Massimiliano Allegri: “Gli davo una mano, in campo si era creato un bel rapporto”. Poi l’aggressione, il coma e la terapia intensiva: “In un mese non si è mai fatto vedere o sentire. Tutti sapevano quello che mi era accaduto, ne avevano parlato tv, radio e giornali. Non ero andato in Groenlandia, stavo lì a pochi minuti d’auto da lui, una persona con cui avevo condiviso le giornate fino a qualche mese prima. Mai un lunedì dopo le partite che sia venuto a salutarmi”.

Sordo ha raccontato di aver rivisto Allegri anni dopo a Forte dei Marmi: “Ha provato ad abbracciarmi fuori da un negozio come se non fosse successo niente, ma avrebbe dovuto pensarci prima — ha concluso — Ero arrabbiato, lo mandai a quel paese. Mi è dispiaciuto perché era con una persona anziana, forse il padre. E stavo per fare lo stesso anche con Galliani, poi un mio amico mi ha fermato in tempo”.

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