La porta del Real Madrid è quasi chiusa? Nessun problema: per Carlo Ancelotti si sta per spalancare il portone, dorato, del Brasile. Da mito a mito: secondo la stampa spagnola sarebbe chiuso l'accordo tra la Nazionale verdeoro e il mister reggiano, reduce da una stagione deludente con i Blancos (il Barcellona primo è lontano 4 punti, finale di Coppa del Re persa, eliminazione ai quarti in Champions: tutto inaccettabile per i rigidissimi standard del presidente Florentino Perez. Per Carletto, ora, la sfida di portare a Rio e San Paolo un titolo mondiale che manca addirittura al 2002. Se ci riuscirà, sarà pronta per lui la strada della beatificazione calcistica.
Da ct, Ancelotti ritroverebbe diversi giocatori già ai suoi ordini al Real come Vinicius, Rodrygo, Militao ed Endrick anche se sul fronte brasiliano prevale la prudenza visto che già in passato l'allenatore italiano era stato a un passo dalla panchina della nazionale salvo poi rinnovare a Madrid. Questa, però, potrebbe essere la volta buona: Diego Fernandes si sarebbe recato per conto della Federazione brasiliana (Cbf) a Siviglia, in occasione della finale di Coppa del Re, per portare avanti i contatti. Una presenza non inedita visto che era già stato visto al Bernabeu per Real-Arsenal lo scorso 16 aprile. Resta da capire solo il quando: le Merengues a giugno saranno di scena al Mondiale per Club ma a oggi appare difficile che possa essere Ancelotti a guidare Mbappè e compagni negli States. Probabile che il 65enne allenatore italiano e il club trovino un accordo consensuale per separarsi prima, consentendo allo stesso Ancelotti di iniziare la sua nuova avventura già con le qualificazioni mondiali a giugno.
"Restare a Madrid? Questo sarà un tema delle prossime settimane, non di oggi", ha detto Ancelotti al termine della sconfitta ai supplementari contro il Barça sabato sera, glissando. "Avevamo la partita sotto controllo - ha sottolineato l'ex mister di Juve e Milan - Dobbiamo continuare a lottare perché abbiamo dato tutto quello che avevamo, abbiamo giocato molto bene e non c'è nulla di cui lamentarsi. Eravamo più vicini alla vittoria dei nostri avversari". "Ci dispiace non essere riusciti a sollevare la Coppa, ma abbiamo fatto il nostro dovere. Non abbiamo nulla da rimproverarci".