Il caso Clostebol che sta tenendo Jannik Sinner lontano dai campi per tre mesi non è una colpa del 23enne altoatesino, ma di una contaminazione indiretta dello staff, come è emerso dai documenti dell’Itia. Che sia assoluto innocente lo pensa anche Rafa Nadal, che ha grande stima della Volpe di Sesto Pusteria e così ha ammesso nel corso dell’intervista al Telegraph: “Alla fine, se non sbaglio, è uscito innocente dalla sentenza — ha detto — In questo caso non è stato positivo per il nostro sport, il tennis. Ma queste cose a volte succedono, gli incidenti accadono, ed è così che la vedo perché credo in Jannik. Da quello che so di Jannik, sono convinto che non abbia mai cercato di imbrogliare o di ottenere un vantaggio sugli altri. Sono sicuro che Jannik sia innocente e una persona onesta".
Nadal, che si è ritirato lo scorso anno e dice che il tennis non gli manca, invita i sospettosi a informarsi bene e leggere le carte: "D'altra parte, non voglio mettere in dubbio la sentenza — ha aggiunto — Ci sono protocolli che tutti abbiamo seguito per la nostra carriera. In questo caso, le autorità hanno tutte le informazioni, tutte, non quelle che abbiamo noi, che possono essere limitate e spesso soggettive. Credo nella sentenza. Jannik ha accettato questi tre mesi di sanzione e quindi: caso chiuso”.
Se gli anti Sinner non apprezzano il funzionamento dei protocolli “allora evidentemente le persone coinvolte devono impegnarsi per migliorarli — ha concluso Nadal — Ma a me non piace parlare male del nostro sport. In fin dei conti, quei protocolli sono quelli che tutti abbiamo accettato e sottoscritto".