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Chi è Sara Curtis, l'ammazza-record: è nata una stella

di Federic Danesi giovedì 17 aprile 2025

3' di lettura

Venezia e il mare, un’associazione che viene anche facile. Savigliano e il mare, invece no, perché molto più vicino è il Monviso e tutto quello che ne consegue. Eppure è su quest’asse piemontese-veneta che si sta costruendo il futuro del nuoto italiano in vista di Los Angeles 2028. Il merito è di due ragazze come Sara Curtis e Alessandra Mao che dovranno essere certamente fatte crescere, ma intanto hanno già presentato più biglietti da visita.

Sara, aspettando giugno quando avrà la maturità e luglio quando dal 27 a Singapore cominceranno i Mondiali, intanto ha battuto due colpi fortissimi. Prima il record italiano nei 100 stile in 53”01 per cancellare dall’albo d’oro anche se non certo dalla memoria Federica Pellegrini. Poi il doppio primato italiano, freschissimo, nei 50 stile abbassato fino a 24”43. Già ieri mattina l’aveva portato a 24”51 e c’è di bello che qui non ha dovuto far nulla se non battere se stessa, ché la velocista cuneese già lo deteneva dallo scorso anno.

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Qualcuno pensava che avrebbe già potuto mandare segnali forti alle Olimpiadi di Parigi, ma non quelli che la seguono da vicino, come Thomas Maggiora che l’allena in casa da quando aveva 10 anni. Oggi invece è pronta per quell’ultimo passo che significa eccellenza ed è diverso dalla mera speranza. Sotto i 53 secondi nei 100, vicina ai 24 secondi netti nei 50, crono che in Italia nessuno aveva mai visto e che nel mondo significano medaglie sicure. Roba che l’Italia non aveva mai visto, nemmeno e non ce ne voglia, con la Pellegrini perché lei da sempre ha vissuto i 100 più come un ottimo allenamento proiettato sulla distanza doppia, la sua.

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ECCELLENZA
Sara invece doppia le due distanze brevi e lo fa in modo eccellente. Ventiquattr’oro dopo il primo exploit, un secondo, segno che è perfettamente sul pezzo. E basta sentirla parlare a fine gara per capirlo: «Battere Federica? Bellissimo, ma devo ancora realizzarlo. Oggi i 50 sono stati faticosi perché avevo ancora tutta la carica di adrenalina. Sono riuscita a migliorarmi e questo è importante. Sono giovane, avrò il liceo da finire ma mi piace nuotare da sempre, l’acqua è il mio elemento naturale. Sono arrivata in forma, non è stata facile a livello fisico e mentale ma i risultati sono positivi e quindi bene così».

Nulla però cambia nella sua testa, se non la consapevolezza che ne è valsa la pena: «Perla prima volta c’erano i miei genitori agli Assoluti, a loro devo tutto. Tutti i sacrifici che hanno fatto per me, supportandomi e aiutandomi. Così come Thomas Maggiora che mi ha visto crescere. Adesso continuo a lavorare, spero di andare sempre più in alto».

Alessandra Mao invece è il nome nuovo in assoluto, ma anche quella che più si avvicina per molti aspetti alla Fede Nazionale. Veneziana come lei, tesserata per il Team Veneto e allenata da Andrea Franconetti, aveva già mostrato di essere un talento puro nella passata stagione e più di recente ai Criteria Giovanili in vasca corta quando aveva fatto il pieno di ori. A Riccione però ha vinto i 200 stile, che per una ragazzina di Terza Media è roba impensabile. E quel tempo quasi due secondi sotto i 2 minuti apre scenari impensabili, eppure bellissimi. Pellegrini ha visto tutto e ha risposto via social ad entrambe: «Congratulazioni! Vedere il nuoto femminile dello stile libero veloce viaggiare così alto è veramente bellissimo! Brave ragazze!» A 14 anni anche Benedetta Pilato si era mostrata al mondo, con l’argento nei 50 rana ai Mondiali di Gwangju. Oggi invece per lei è una crisi senza fine e rischia anche di non qualificarsi per i prossimi Mondiali. Perché non tutti i talenti maturano.
 

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