In una bella intervista a Il Messaggero, il Ministro dello Sport, Andrea Abodi, dice così: «La maglia azzurra deve essere espressione del valore tecnico, ma anche del comportamento morale, che deve addirittura precederlo (...) Se vieni meno a delle regole che sono esemplari, bisogna andare al di là della sanzione». E ancora, ai margini dell’assemblea per il calcio femminile: «La maglia azzurra la vestono i migliori, non soltanto nel comportamento sportivo ma nel comportamento in generale (...) Non si può dare un esempio sbagliato e pericoloso». Insomma, ce l’ha con i tesserati coinvolti nel delirio scommesse. E, soprattutto - conseguenza logica-, con gli azzurri Tonali e Fagioli. Bene, in queste poche righe proveremo a spiegarvi perché non siamo d’accordo con Abodi e con i tanti che, come lui, sbattono la porta in faccia a chi ha sbagliato (e nel caso dei sopracitati, anche scontato una corposa squalifica).
Sapete perché il calcio italiano sta ancora a galla? Perché campa con i soldi delle agenzie di scommesse. Sapete quanti club godono di sponsorizzazioni primarie o anche solo marginali con agenzie di scommesse? Praticamente tutti. Sapete chi sono i più grandi foraggiatori di qualunque trasmissione video/radio/web o pubblicazione pallonara? Esatto. Sapete perché prima, durante e dopo ogni partita si parla di quote, comparazioni, «è favorita questa, anzi no, quell’altra»? Perché è l’unico modo per far stare in piedi tutto il carrozzone.
Tonali & Co, Abodi: "Chi scommette fuori dalla Nazionale"
La protesta è forte, con molta probabilità difficilmente realizzabile, considerando il valore ad esempio d...C’è qualcosa di male? No, soprattutto dal punto di vista delle case di scommesse: fanno quello che gli è consentito dalla legge e lo fanno con il benestare di chi comanda e, quindi, anche di chi oggi dice «scommettitori brutti e cattivi». Quello del calcio è un sistema ipocrita, che di facciata dice «non scommettete» o «scommettete responsabilmente» e mentre te lo dice ti fa notare che la difesa della Pippazzese incassa molti gol tra il minuto 65 e il minuto 90, giocati duemila lire se ti avanzano.
Ipocrisia purissima e esasperata dall’introduzione del decreto dignità, quello che a suo tempo vietò ogni forma di pubblicità legata all’universo del betting e prossimamente dovrebbe scomparire per abbattere ’sto velo di finzione in cui tutti “sanno” ma fingono di non sapere. Ecco, sì, Tonali e Fagioli hanno sbagliato perché sono finiti nel sottobosco delle giocate clandestine, ma hanno ammesso i loro errori, pagato le loro pene e, ora, hanno il diritto di tornare a fare il loro mestiere senza sentirsi lupi cattivi nel paesello di Cappuccetto Rosso. Nel calcio italiano - e in generale in tutto il calcio - non c’è alcun Cappuccetto Rosso, il sistema per come è fatto alimenta il vizio e, al limite, può essere migliorato spazzando via quella patina di melassa retorica in puro stile “e i poveri soldati sono degli eroi” (cit.).
Alvaro Morata, siluro contro Fagioli: "Tutto falso"
Il calcioscommesse, la ludopatia, il sistema criminale. Il caso che due anni fa ha coinvolto Sandro Tonali e Nicol&ograv...Solo così arriveremo a dire le cose come stanno: 1) Le agenzie di scommesse tengono in piedi il sistema e, quindi, non sono il male. 2) Mascherare il tutto è profondamente inutile e persino dannoso, molto meglio fare le cose alla luce del sole. 3) Sta al nostro cervello e a regole molto meno ipocrite riuscire a evitare che un gioco si trasformi in un problema. 4) Non ha alcun senso prendersela con i “lupi cattivi”, soprattutto se hanno già espiato, perché sono vittime di un problema sistemico. 5) Se il presupposto è «in azzurro devono giocare solo i santi» allora possiamo serenamente restituire un paio di Mondiali (vinti con grande merito, tra l’altro).