Tonali & Co, Abodi: "Chi scommette fuori dalla Nazionale"

di Lorenzo Pastugliamartedì 15 aprile 2025
Tonali & Co, Abodi: "Chi scommette fuori dalla Nazionale"
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La protesta è forte, con molta probabilità difficilmente realizzabile, considerando il valore ad esempio di un giocatore come Sandro Tonali, ma il ministro allo Sport e ai Giovani, Andrea Abodi, l’ha voluta comunque lanciare nella sua intervista con il quotidiano romano Il Messaggero: "Via dalla Nazionale chi ha scommesso — il suo commento — La maglia azzurra deve essere espressione del valore tecnico, ma anche del comportamento morale, che deve addirittura precederlo. Non basta buttare la palla dentro. Se vieni meno a delle regole che sono esemplari, bisogna andare al di là della sanzione. Vedo la convocazione in Nazionale come un premio a tutto tondo”.

Il riferimento, naturalmente, va all’indagine della Procura di Milano sul giro di scommesse in piattaforme illegali nella quale sono indagati, tra gli altri, 12 calciatori di Serie A, rientranti nel cosiddetto "sistema Elysium". Tra loro anche Tonali, Zaniolo e Fagioli.

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Abodi si è detto “non pronto a fare qualunque cosa per vincere una partita o una competizione — le sue parole — Bisogna dare tutto, è diverso. Non andare a giocare più in azzurro non vuol dire tra l'altro non fare più sport, ma farlo in un altro modo. È una valutazione che va fatta. Anche il patteggiamento presuppone un'assunzione di responsabilità pro futuro. Penso sia interessante che ci sia una parte di riabilitazione attraverso i servizi sociali. Questi ragazzi devono conoscere la vita un po' meglio”.

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Già dalle prime puntate di questo scandalo, il ministro Abodi era stato parecchi critico: Considero questa storia un alto tradimento dei sentimenti, perché il calcio vive di passioni, oltre che di credibilità, perché i ragazzi sanno che non devono scommettere mai sul calcio — le sue parole — Non sono un giudice, ma esprimo un giudizio basilare sui principi dello sport. Per evitare equivoci, vorrei che insieme al contratto il calciatore si impegnasse a firmare una carta dei valori con 4 cose chiare: non ci si dopa, non si scommette, non si prendono soldi in nero e non si guardano partite sulle piattaforme illegali. Risolveremo il problema? No, ma toglieremo gli alibi a tutti in modo più chiaro”. 

C’è un tema, quello delle piattaforme illegali, “che stiamo combattendo come governo — aveva detto in precedenza Abodi — Non si può giustificare il comportamento di ragazzi milionari, che si annoiano e quindi giocano, alimentando la criminalità, sprezzanti di ciò che a chiunque altro è vietato. Sono modelli e diventano un problema per tutti. Se lo fanno loro, i tifosi e altri giovani li emulano. La cosa sconcertante è che ancora, nonostante tutte le cose successe, e una comunicazione che forse non è ancora sufficiente e va intensificata ancora, questi ragazzi, nella loro agiatezza economica, dimostrano la loro debolezza caratteriale e non capiscono che anche se hanno un patrimonio rilevante, l’esempio che danno è pessimo per i loro coetanei. Qui si parla ancora di scommesse legali che, regolamentate, arginerebbero il gioco d’azzardo sui siti illegali, il vero pericolo”.