Matteo Berrettini, "è finita peggio": distrutto dopo il ko con Musetti

venerdì 11 aprile 2025
Matteo Berrettini, "è finita peggio": distrutto dopo il ko con Musetti
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Più del piede, a Matteo Berrettini ha fatto male la testa. Al Masters 1000 di Montecarlo, il Martello romano è uscito male contro Lorenzo Musetti, con il carrarino che ha vinto in scioltezza il derby italiano con un doppio 6-3. Poco più di un'ora e mezza, forse il match per lui più semplice dei 3 fin qui disputati nel Principato. E questo spiega molto, così come le parole dello stesso Berrettini a caldo, stravolto fisicamente.

"Non è il piede che mi ha fatto sbagliare, Mi fa male, ma non è quello. È solo un fastidio che non mi aspettavo di dover affrontare - le parole di Berrettini dopo l'incontro con Musetti - gli errori non sono arrivati da quello. È stata una giornata no in tanti sensi, bisogna fare i complimenti a Lorenzo che ha giocato una partita molto solida tenendomi sempre lontano dal campo. Ho iniziato male e finito peggio. È stata una partita no sia di testa che per i colpi, in tutto. Mi dispiace perché ci tenevo a godermela un po' di più, ma è andata così. Niente da fare, voltiamo pagina".

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Musetti ha vinto sul ritmo e sulla strategia. "Mi sono ritrovato un po' bloccato, senza vie si fuga, senza vie di svolta più che altro - ammette il 28enne attualmente al numero 34 del ranking mondiale -. Ero lento perché ero lento di testa, poco acceso. Non ho preparato bene la partita di testa, non mi è salita la giusta adrenalina. Comunque credo che la strada sia quella di perdonarsi un po' e guardare il buono che c'è stato in questo torneo e in questi ultimi mesi. La stagione sulla terra è appena iniziata. Mi dispiace, ma la cosa importante è che non mi sono fatto male".

Musetti invece si dice giustamente "felice e orgoglioso": "E' stato un match molto difficile da preparare - ha spiegato a Supertennis -. Penso sia stata la miglior prestazione stagionale, sono felice e orgoglioso per come ho gestito l'incontro in termini di strategia. Giocare contro un connazionale è qualcosa di molto particolare perché subentrano tanti fattori emotivi. Sono soddisfatto di non aver concesso nemmeno una palla break, contava essere concreti ed era importante avere chiare le idee sulle tattiche da utilizzare, più che pensare a ricercare la perfezione e il bel gioco".

"Matteo - prosegue nella sua analisi Musetti - fa molto male quando si gira per colpire con lo sventaglio e per questo motivo ho cercato di giocargli sul diritto, visto che da quella parte fa un po' piu' fatica. Ho risposto quasi sempre al suo servizio e sono stato anche bravo a utilizzare tutte le variazioni in mio possesso".