La straordinaria impresa sulla terra rossa di Montecarlo, Matteo Berrettini l’ha piazzata martedì pomeriggio contro Alexander Zverev. Un assist del romano a Jannik Sinner, che tornerà a Roma dalla squalifica da numero uno nel ranking. Il k.o. del tedesco nel Masters 1000, infatti, ha reso ufficiale la posizione in vetta del tennista altoatesino. “Sono sicuro che Jannik tornerà allo stesso livello di prima — ha detto Berrettini a Supertennis dopo la sfida contro Zverev — Per qualsiasi cosa, sa di poter contare su di me: penso che stia gestendo questa situazione nel miglior modo possibile e sono contento di avergli fornito questo assist. Ci siamo sentiti per l'ultima volta qualche settimana fa, tra di noi c'è sempre stato un grande rispetto reciproco: in questo momento, però, è giusto lasciargli i suoi spazi”.
Dopo un primo set da incubo (chiuso per 6-2 in favore di Sasha), Berrettini ha cambiato marcia nella seconda frazione, proponendo un tennis più aggressivo rispetto alle battute iniziali: "Ho dovuto fare del mio meglio soprattutto a livello mentale, mi sono esaltato e ho provato a impormi in questa battaglia — ha aggiunto — Nel terzo set, mi sono un po' arrabbiato per aver perso il servizio sul 5-4: ho commesso errori inusuali in quel decimo gioco e mi sarei potuto piangere addosso, invece sono stato bravo a restare agganciato e a riportarmi subito avanti".
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Per Jannik Sinner è iniziato il conto alla rovescia. Il campione altoatesino potrà tornate a giocare il 4 ...E ancora: ”Stavo giocando meglio di Zverev, in più ho sentito tutto il sostegno del pubblico, a Montecarlo si respira sempre un'atmosfera speciale quando giocano gli italiani e oggi, senza dubbio, sono stati anche i miei connazionali a darmi le energie per vincerla al terzo — le parole ancora di Berrettin — Zverev è partito benissimo, aggressivo fin dal primo game. Quando ha visto che stavo crescendo di livello, è calato un attimo ed è in quel momento che ho capito che avrei potuto fare qualcosa di importante. Il tennis, si sa, è un gioco mentale: si può perdere contro il numero due del mondo, ma lo si deve fare dando sempre il massimo”.
Per poi chiudere: Ho cambiato marcia dopo il primo set, chiedendo di più sia al servizio sia al diritto, mentre dalla parte del rovescio ho colpito con maggiore convinzione. Mi sono imposto di stare più vicino al campo e di avanzare quando possibile: è così che ho costruito il mio successo. In termini di ranking dell'avversario è sicuramente una delle affermazioni più importanti, però ho battuto anche Djokovic e raggiunto la finale a Wimbledon".
Dopo un giorno di riposo, Berrettini tornerà in campo giovedì per affrontare il vincente del match tra Jiri Lehecka e Lorenzo Musetti. C'è la possibilità, dunque, di assistere a un derby tutto italiano per un posto nei quarti di finale: "Lorenzo ha tutte le carte in regola per battere Lehecka, ma sarà una partita dura. Quando giochiamo in Coppa Davis tifiamo l'uno per l'altro, mentre in questi tornei ognuno è concentrato sul proprio percorso: tra due giorni potremmo ritrovarci da avversari, da compagni di squadra ci auguriamo di poter vincere presto un'altra coppetta...".
"Il piano di gioco è stato lo stesso dopo il primo set, ho cambiato solo l'attitudine. Non colpivo servizio e diritto come ieri, mi sono dovuto adattare alle condizioni e lui giocava benissimo e in modo molto profondo. Poi mentalmente ho fatto un salto in avanti, sono stato più aggressivo perchè per vincere questa partita dovevo fare le cose giuste. Questo è cambiato ed ha funzionato. Feeling con la terra rossa? Sulla terra sono cresciuto, fino a 19 anni ho giocato soprattutto sulla terra. È una delle mie superfici preferiti e purtroppo non ci si gioca tanto. Ho mancato per qualche anno i tornei più importanti e ora sono molto contento. Qui mi sento a mio agio. Essere cresciuto su questi campi è sicuramente un vantaggio, ma penso di essere competitivo un po’ su tutte le superfici.
Amo giocare a Monte-Carlo, Madrid, Roma e Parigi, mentre le vittorie sul ‘rosso’ le ho ottenute in località in altura che si sposano bene con le mie caratteristiche. Qui è importante trovare il giusto dinamismo e il feeling con le scivolate, il gioco è meno rapido rispetto al cemento e creando gioco, con le rotazioni, si riesce a stancare più facilmente l’avversario. Sull’erba ho centrato la finale a Wimbledon nel 2021? Ho sempre giocato a un livello molto alto sui prati, ma lì ci sono meno specialisti. Per fortuna, ho sempre fatto parecchi punti indipendentemente dalla superficie di gioco: non c’è un periodo dell’anno in cui penso di non poter vincere una partita”, erano state invece le parole di Matteo Berrettini a caldo al termine del match.