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Napoli, il calendario tifa Antonio Conte: perché l'Inter rischia grosso

di Renato Bazzini martedì 1 aprile 2025

3' di lettura

Il calendario dice Napoli, non solo perché se l’Inter arriva in fondo a tutte le competizioni ha il doppio delle partite da giocare (cinque di Champions e tre di Coppa Italia da sommare alle 8 di campionato). In comune ci sono la trasferta a Parma (la prossima per i nerazzurri, la penultima per i partenopei) e quella temibilissima a Bologna contro la squadra più in forma di tutte (la prossima per i partenopei, tra tre giornate per i nerazzurri), il resto pende dalla parte del Napoli che non ha altre big da affrontare mentre l’Inter deve ancora ospitare Roma e Lazio. Questo dice la carta. Poi c’è il campo dove ogni gara va giocata e vinta, anche contro il Monza fanalino di coda che poche settimane fa ha fatto penare l’Inter a San Siro e tra tre turni ospiterà il Napoli.

Detto ciò, Conte dopo il Bologna dovrà preparare Empoli, Monza appunto, Torino, Lecce, Genoa, Parma e Cagliari. Per questo da qualche giorno ha cambiato registro e ha iniziato a dire che «sarebbe folle non credere nello scudetto». Non è del tutto vero che il Napoli ha sofferto più le sfide contro le piccole che tendono a chiudersi piuttosto che con un Milan che si apre e concede spazi, perché i due passi falsi inattesi recenti sono arrivati in casa del Como e del Venezia, due piccole, sì, ma che vogliono giocare a calcio secondo le idee di Fabregas e Di Francesco. In più ora è rientrato Neres ed è stato ripristinato il 4-3-3 che alza la pericolosità della squadra di Conte.

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Lautaro ha riportato un risentimento agli adduttori della coscia sinistra e salterà di sicuro Milan e Parma (ma è probabile che lo stop sia di tre settimane) e obbligherà Thuram, che già non è al top, agli straordinari. Se Conte da un lato racconta l’Inter come «corazzata che farebbe campionato a parte in tutta Europa», Inzaghi fa notare che contro l’Udinese mancavano Lautaro, Dumfries, Bastoni (tre titolarissimi, oltre che i tre migliori dell’ultimo periodo) più Taremi, Zielinski «che non considera più nessuno» e De Vrij che era in panchina solo per onore di firma. Sei assenti da sommare a diversi rientranti dagli infortuni quali Darmian, Dimarco, Zalewski, quindi con un’autonomia limitata, oltre adArnautovic e Frattesi non al meglio e Calhanoglu e Barella stressati da 180’ con le nazionali.

È un gioco delle parti su cui va messo qualche punto: quello del Napoli non è un miracolo, altrimenti lo dovrebbe essere anche quello dell’Inter. È per entrambe una grandiosa stagione, questo sì, a prescindere da chi la spunterà. Ci sono tre punti di differenza che consentono ai nerazzurri di fatto di avere un bonus spareggio da giocarsi. Con una sconfitta, sempre ammesso che il Napoli le vinca tutte, finirebbero con gli stessi punti, e allora sarebbe spareggio in gara secca al Meazza perché, con gli scontri diretti pari (doppio 1-1), l’Inter è in vantaggio nella differenza reti: al momento è un +39 contro +23 difficile da recuperare per gli uomini di Conte.

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